Al Flaiano i film del nuovo cinema giapponese
Da domenica 4 a mercoledì 7 giugno, la rassegna pescarese si arricchisce di una nuova sezione
PESCARA. Con la rassegna cinematografica Giappone al Flaiano la 50° edizione dei Premi Internazionali Flaiano a Pescara si arricchisce di un nuovo imperdibile evento. La cinematografia nipponica, ispirata da una cultura millenaria che convive col progresso tecnologico, è tra le più rilevanti nel panorama internazionale, ricca di una lunga storia che ha donato alla settima arte opere eccezionali e straordinari maestri, pluripremiati e osannati da critica e pubblico, da Akira Kurosawa, Kenji Mizoguchi, Yasujiro Ozu, a Nagisa Oshima e Shohei Imamura, fino agli autori che si sono imposti nei festival e nelle sale a partire dagli anni Novanta, Takeshi Kitano, Hirokazu Kore-eda, Naomi Kawase. Senza contare la vasta produzione horror e di anime, in cui spicca il maestro Hayao Miyazaki col suo Studio Ghibli.
La rassegna di cinema giapponese, da domenica 4 a mercoledì 7 al Mediamuseum, è proposta dall’associazione culturale Ennio Flaiano con l’associazione Giappone Abruzzo dal Fuji al Gran Sasso, in collaborazione con Istituto giapponese di cultura a Roma. I film in scaletta, alcuni inediti, raccontano società e cultura nipponiche oltre gli stereotipi. La rassegna è dedicata a Marisa Di Russo, fondatrice di Giappone Abruzzo dal Fuji al Gran Sasso, per tutta la vita “ponte” tra Italia e Paese del Sol Levante, nonché studiosa dei rapporti tra le due nazioni.
Questi i film in rassegna, in versione originale con sottotitoli in italiano. Domenica 4, alle 18.30 Mori, the artist’s habitat (2018, durata 99’) di Shuïchi Okita, classe 1977, autore noto col suo cinema minimalista al pubblico italiano del Far East Film Festival di Udine. Il film racconta qualche giorno nella vita del 94enne Morikazu Kumagai, tra i massimi pittori del Novecento giapponese, morto nel 1977, che negli ultimi trent’anni di vita non abbandonò mai il giardino-giungla cresciuto intorno casa. Sempre domenica, alle 20.30 proiezione di Little nights little love (2019, 120’) della 42enne regista Rikiya Imaizumi (da gennaio su Netflix il suo nuovo film Chihiro): romcom sulle fasi di una storia d’amore, dall’innamoramento alla separazione, attraverso le vicende di alcune coppie e il punto di vista del giovane impiegato Sato, interpretato dal bellissimo attore e cantante Haruma Miura, componente del gruppo j-pop Brash Brats, molto amato dal pubblico, morto suicida a trent’anni nel 2020. I due film saranno introdotti da Odoardo Tomassi, fondatore e presidente dell’associazione Giappone in Abruzzo-L’Aquila, esperto e divulgatore della cultura giapponese.
Lunedì 5, ore 20.30, Blood and Bones (2004, 140’) di Yoichi Sai, morto un anno fa, regista e attore, passato alla regia dopo aver lavorato come assistente per il grande Oshima (per il quale recitò nella pellicola in Taboo). Il film, quasi una versione nipponica de Il Padrino, è interpretato da un nome di culto quale Takeshi Kitano, a sua volta regista. Introduce Claudio Caniglia, presidente Giappone Abruzzo, esperto di religioni e cultura nipponiche.
Martedì 6, 20.30, Ryuichi Sakamoto: CODA (2017, 100’), documentario di Stephen Nomura in cui il geniale, raffinato e sperimentatore pianista e compositore (morto recentemente), autore di musiche da film (Furyo, L’ultimo imperatore), racconta se stesso e la sua musica senza confini. Introduce Barbara Waschimps, esperta di cinema giapponese.
Infine martedì 7, 20.30, Aristocrats (2020, 124’) della regista Yukiko Sode: due giovani donne e la loro relazione con lo stesso uomo e il ritratto della ricca classe borghese di Tokyo chiusa in se stessa. Introduce Chiara Ghidini, docente di Religioni e Filosofie dell’Asia Orientale, università L’Orientale di Napoli.
La rassegna di cinema giapponese, da domenica 4 a mercoledì 7 al Mediamuseum, è proposta dall’associazione culturale Ennio Flaiano con l’associazione Giappone Abruzzo dal Fuji al Gran Sasso, in collaborazione con Istituto giapponese di cultura a Roma. I film in scaletta, alcuni inediti, raccontano società e cultura nipponiche oltre gli stereotipi. La rassegna è dedicata a Marisa Di Russo, fondatrice di Giappone Abruzzo dal Fuji al Gran Sasso, per tutta la vita “ponte” tra Italia e Paese del Sol Levante, nonché studiosa dei rapporti tra le due nazioni.
Questi i film in rassegna, in versione originale con sottotitoli in italiano. Domenica 4, alle 18.30 Mori, the artist’s habitat (2018, durata 99’) di Shuïchi Okita, classe 1977, autore noto col suo cinema minimalista al pubblico italiano del Far East Film Festival di Udine. Il film racconta qualche giorno nella vita del 94enne Morikazu Kumagai, tra i massimi pittori del Novecento giapponese, morto nel 1977, che negli ultimi trent’anni di vita non abbandonò mai il giardino-giungla cresciuto intorno casa. Sempre domenica, alle 20.30 proiezione di Little nights little love (2019, 120’) della 42enne regista Rikiya Imaizumi (da gennaio su Netflix il suo nuovo film Chihiro): romcom sulle fasi di una storia d’amore, dall’innamoramento alla separazione, attraverso le vicende di alcune coppie e il punto di vista del giovane impiegato Sato, interpretato dal bellissimo attore e cantante Haruma Miura, componente del gruppo j-pop Brash Brats, molto amato dal pubblico, morto suicida a trent’anni nel 2020. I due film saranno introdotti da Odoardo Tomassi, fondatore e presidente dell’associazione Giappone in Abruzzo-L’Aquila, esperto e divulgatore della cultura giapponese.
Lunedì 5, ore 20.30, Blood and Bones (2004, 140’) di Yoichi Sai, morto un anno fa, regista e attore, passato alla regia dopo aver lavorato come assistente per il grande Oshima (per il quale recitò nella pellicola in Taboo). Il film, quasi una versione nipponica de Il Padrino, è interpretato da un nome di culto quale Takeshi Kitano, a sua volta regista. Introduce Claudio Caniglia, presidente Giappone Abruzzo, esperto di religioni e cultura nipponiche.
Martedì 6, 20.30, Ryuichi Sakamoto: CODA (2017, 100’), documentario di Stephen Nomura in cui il geniale, raffinato e sperimentatore pianista e compositore (morto recentemente), autore di musiche da film (Furyo, L’ultimo imperatore), racconta se stesso e la sua musica senza confini. Introduce Barbara Waschimps, esperta di cinema giapponese.
Infine martedì 7, 20.30, Aristocrats (2020, 124’) della regista Yukiko Sode: due giovani donne e la loro relazione con lo stesso uomo e il ritratto della ricca classe borghese di Tokyo chiusa in se stessa. Introduce Chiara Ghidini, docente di Religioni e Filosofie dell’Asia Orientale, università L’Orientale di Napoli.