Anche l’Abruzzo piange Remo Girone: ricevette il Flaiano alla carriera nel 2021

L’attore girò nella nostra regione “Il diritto alla felicità” e lodò la bellezza del territorio. Il ricordo di Carla Tiboni: «Era tra i migliori interpreti teatrali italiani, nonostante cinema e tv»
PESCARA. Nel 2021 il Premio Flaiano alla carriera l’aveva consacrato come attore teatrale. Anche se Remo Girone, scomparso ieri all’età di 76 anni nella sua casa a Monte Carlo (Principato di Monaco), il grande pubblico l’aveva conosciuto e amato per il ruolo di Tano Cariddi ne La Piovra, serie televisiva di colossale successo. Nato il primo dicembre 1948 ad Asmara, in Eritrea, da genitori italiani che si erano trasferiti lì, Girone ha frequentato gli ambienti romani dall’adolescenza e nell’ambiente capitolino aveva preso a recitare in piccole produzioni teatrali.
E se sono le fiction generaliste a consacrarlo, è il teatro l’ambiente che predilige come attore: «Remo Girone è stato tra gli attori più importanti del teatro italiano», ricorda Carla Tiboni, presidente dei Premi Flaiano, «Nonostante il cinema e la televisione, nella fiction La Piovra, gli avesse dato un successo straordinario, Remo Girone era prevalentemente un attore teatrale, grande interprete di autori italiani e stranieri».
«Nel 2021 venne da Montecarlo per ritirare il Premio Flaiano alla carriera», prosegue Tiboni, «nonostante fosse già malato: “Non potevo non essere qui, per onorare uno dei più grandi intellettuali e sceneggiatore italiani”». Con La Piovra, nel 1987, entra nelle case di centinaia di migliaia di italiani nelle vesti indimenticate del cattivissimo boss, ricco di sfumature, Gaetano 'Tano' Cariddi di cui disegna l’arco narrativo fino alla settima serie. Lì, solo brevemente, scompare. Ma molte saranno in seguito le sue interpretazioni in sceneggiati televisivi, da Lo scialo (1987), a Una vittoria (1988) di L. Perelli, Dalla notte all'alba (1991) di Cinzia TH Torrini a Carlo Magno (1993) di Clive Donner, da Morte di una strega (1995) di Cinzia TH Torrini a Dio vede e provvede (1996) e Fantaghirò 5 e molte altre ancora.
Per molti anni alterna l’impegno sui palchi dei più grandi teatri d’Italia agli sceneggiati e poi ai film per il cinema, fino al primo ruolo da protagonista per Marco Bellocchio ne Il gabbiano, e poi una produzione internazionale che gli dà prestigio anche tra il pubblico d’oltreoceano tre le nuove generazioni, con l’interpretazione di Enzo Ferrari in Le Mans - la grande sfida. In Abruzzo, a Civitella del Tronto, girò poco prima di ricevere il Flaiano, il film Il diritto alla felicità di Claudio Rossi Massimi, anche autore della sceneggiatura.
L’opera, dedicata all’Unicef, lo vedeva vestire i panni del protagonista, l’anziano Libero, proprietario di una piccola libreria che rivende libri usati, che Libero regala. «Una location meravigliosa, con un affaccio e un panorama stupendi», aveva commentato all’epoca Girone a proposito delle riprese tra Teramo e provincia, «questo è un paese davvero particolare, e poi la villa comunale di Teramo, dove abbiamo fatto qualche ripresa, è bellissima. Girare qui è stata veramente una scelta felice».
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