Apre a Teramo il primo Museo del gatto in Italia

La collezione di pezzi rari di Paolo Gambacurta trova accoglienza in Casa Urbani con spazi per la libreria e i laboratori didattici rivolti soprattutto ai bambini

TERAMO. «Il mio gatto fa quello che io vorrei fare, con meno letteratura», scriveva Ennio Flaiano. E Jean Cocteau: «Preferisco i gatti ai cani perché non si son mai visti dei gatti poliziotti».

Amato da scrittori, artisti, filosofi, il gatto ha ricevuto versi da Verlaine, Baudelaire, Yeats, Saba, Pascoli, Neruda. È una stella a teatro e al cinema, protagonista o comprimario di lusso, dal musical "Cats" al cartone Disney "Gli Aristogatti", da "Colazione da Tiffany" fino al recente "A spasso con Bob", film sul potere terapeutico del felino domestico. Dal 1991 ha una festa tutta sua, il 17 febbraio, data scelta dai lettori di Tuttogatto con un referendum lanciato dalla rivista. Ma per l'amato micio non è andata sempre così bene. Perseguitato dalla superstizione, se l'è vista brutta ai tempi dell'Inquisizione, bruciato insieme a povere innocenti ritenute streghe. E tuttora il gatto nero, equiparato al demonio da papa Gregorio IX nel 1233, è accompagnato da negative credenze popolari. Più silenzioso, misterioso e indipendente del cane, il micio insidia il primato di fido come presenze nelle case italiane.

Gli amanti dei gatti sono tantissimi, e ora hanno anche un museo dedicato al loro esigente amico. È stato inaugurato ieri a Teramo, allestito nella medioevale Casa Urbani. Ricco di circa 500 pezzi, il museo del gatto "Paolo Gambacurta" è una raccolta unica in Italia, appartenuta al professore e poeta scomparso nel 2003. Nato a Foligno (nel 1943) ma trasferito giovanissimo con la famiglia a Teramo, dove ha sempre vissuto tranne una parentesi d'insegnamento nel Padovano nei primi anni Settanta, Paolo Gambacurta era un grande amante dei gatti, un collezionista e viaggiatore, una persona colta e un affascinante narratore. Nell'arco di una vita e tanti viaggi aveva messo insieme una vastissima collezione dedicata ai gatti, tra sculture, soprammobili, dipinti, stampe, incisioni, cartoline, francobolli, maschere, carte da gioco, tazze e chicchere, piatti e piattini, bollitori, teiere, biscottiere, orologi, appliques, poster, libri, calendari, ninnoli e altro ancora. Soggetto sempre il gatto.

Qualche anno fa le sorelle di Paolo, Rita e Bianca Maria Gambacurta, hanno pensato che il modo migliore per ricordarlo sarebbe stato rendere visibile la collezione. Hanno così deciso di donarla all'Izsam - Istituto zooprofilattico sperimentale di Abruzzo e Molise "Caporale" affinché realizzasse a Teramo un museo del gatto. L'Istituto ha prima provveduto al lavoro di catalogazione e documentazione fotografica di tutto il materiale. Poi è stata trovata la collaborazione del Comune di Teramo, che ha messo a disposizione Casa Urbani e presentato il progetto del museo alla Regione (finanziato con 50mila euro), curato da Paola Di Felice, a lungo direttrice del Polo museale teramano, oggi consulente. Di Felice ha curato, con l'architetto Antonietta Adorante, anche l'allestimento, realizzato da Cianetti Stampe. L'esposizione in vico del Pensiero è una raccolta straordinaria, che supera, secondo Di Felice, quella del Museo del gatto di Amsterdam, visitato dall'archeologa teramana mentre elaborava il progetto: «La donazione Gambacurta è una collezione importante, che nella sua interezza vale molto».

Tra i pezzi più preziosi vi sono olii e acqueforti dell'Ottocento, due dipinti di Novella Parigini, cartoline francesi del primo Novecento, gatti egiziani di lapislazzuli, alabastro, ossidiana, terracotta, dei magnifici pezzi cinesi in porcellana e smalti. Tra gli oggetti più rari un gatto cinese poggiatesta per fumatori d'oppio (primo Novecento) e gatti giapponesi maneki-neko, o "gatto che invita", simbolo di prosperità in affari e di protezione delle case, raffigurati con una zampa alzata e con sacchetti di monete.

Paolo Gambacurta aveva acquistato in giro per il mondo pezzi di ogni epoca, scovandoli col fiuto del collezionista nei negozi di antiquariato e modernariato, dai rigattieri, nelle case d'asta, o confusi tra le paccottiglie delle bancarelle. Pezzi pregiati di vario materiale, soprattutto ceramica policroma dipinta a mano, e poi legno, marmo, gesso smaltato, vetro di Murano, alabastro, latta, cartapesta, alluminio, terracotta. Gli oggetti provengono oltre che dall'Italia da tutta Europa, Nord e Sudamerica, Africa, e da India, Cina, Giappone, Cambogia, Indonesia, Filippine, Corea, in un vero giro del mondo.

L'allestimento si snoda nello spazio frammentato di Casa Urbani in un percorso tortuoso che rispecchia il muoversi randagio del felino, hanno sottolineato le progettiste, presenti all'anteprima stampa insieme a Rita Gambacurta, a Manola Di Pasquale, presidente dell'Izsam "Caporale", e al sindaco Maurizio Brucchi.

Il museo comprende spazi per la libreria, per i laboratori didattici, rivolti soprattutto ai bambini (prevista anche la cat therapy per bambini autistici), laboratori musicali, spazi per le ricerche dell'Izsam. All'ingresso i visitatori sono accolti da un ritratto a olio di Paolo Gambacurta, raffigurato dal pittore ascolano Domenico Filipponi.

«Paolo sarebbe stato contento di veder vivere la sua collezione», ha detto la sorella Rita. Purtroppo non fece in tempo a ultimare il dizionario del gatto che stava scrivendo, una coltissima scorreria tra arte, poesia, cinema, musica, storia, religione, mito e leggenda.

Dal capitolo "Frammenti di un discorso sul gatto": «Se si potesse incrociare un uomo con un gatto, l'essere umano ne risulterebbe migliorato, ma il gatto peggiorato» (Mark Twain); «I gatti non hanno mai superato il complesso di superiorità dovuto al fatto che nell'antico Egitto erano adorati come dei» (P.G. Wodehouse); «Un gatto che si è accoccolato su una sedia non può essere spostato neppure di un millimetro senza far crollare un piccolo universo di proporzioni: perché è giusto così come è» (Ludwig Wittgenstein).

Orari: 10-13 e 16-19, chiuso lunedì, ingresso gratuito. Le aperture durante le feste: 24, 26, 31 dicembre e 6 gennaio dalle 10 alle 13; 25 dicembre e 1° gennaio dalle 16 alle 19.

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