Cecilia Gasdia: «Amo il Premio Caniglia Qui sento veri talenti» 

La grande cantante lirica racconta 10 anni alla presidenza della giuria del Concorso internazionale di lirica di Sulmona

SULMONA. Da 10 anni presiede la giuria del Concorso internazionale di lirica “Maria Caniglia” e da 10 anni ha allacciato un rapporto speciale con Sulmona e l’intero Abruzzo. Cecilia Gasdia, una delle più affermate voci della lirica, alla vigilia della finale che proclamerà il vincitore del Premio, racconta l’esperienza abruzzese.
Presidente di giuria: che significa per una cantante che conta i suoi successi trovarsi dall’altra parte della barricata, a giudicare?
«Più che giudicare vorrei dire che non siamo un tribunale: siamo qui per aiutare i giovani, eventualmente per consigliare. Sono molti anni che sto in giurie, in particolare in questo concorso che è quello che amo di più in assoluto, perché è un concorso molto molto serio, molto ben organizzato dal grande direttore Gaetano Di Bacco, del resto ha una storia alle spalle abbastanza “antica” che viene dai mitico fondatore Filippo Tella che ho avuto la fortuna di conoscere. Ha lasciato una impronta indelebile, soprattutto sull’organizzazione, sul gusto, sul rispetto per i cantanti».
Quale è il livello generale dei concorsi lirici?
«Il livello dei cantanti nell’arco dei miei 10 anni al Premio è stato altissimo. Ricordo bene molti dei vincitori. In queste edizioni sono usciti anche dei cantanti importanti. Ricordo bene quando arrivò Teresa Iervolino che era una ragazzina, un sopranoche adesso ha una grandissima carriera in tutti i teatri più importanti del mondo. Appena aprì bocca rimanemmo tutti estasiati, fin dal primo istante si capì subito che non c’era storia per gli altri, che avrebbe vinto come poi è stato».
Come si fa ad arrivare e a restare ad alti livelli?
«L’impegno che richiede questo mestiere, il canto, è una storia che ci arriva da lontano, tramandata da insegnante a insegnante, è un lavoro continuo, certosino, che inizia dallo studio del bel canto ma poi dura tutta la vita. È un continuo perfezionamento sulla tecnica di canto che deve essere messa completamente al servizio dell’espressività e quindi comprende tante cose: la pronuncia, il legato, l’intonazione. È molto complicato e veramente molto difficile cantare bene. Perché se fosse una cosa semplice canteremmo tutti bene. Invece gli scogli sono tantissimi e costellano tutta la vita di un cantante perché non si nasce “imparati” ma neanche si può vivere sugli allori per il resto della propria carriera: è uno studio che non finisce mai.
Il mondo dell’Opera come ha vissuto e vive la pandemia?
La pandemia ci ha lasciato la voce in gola, come si suol dire. Capisco il disagio tremendo in cui si sono trovati tutti i cantanti, i musicisti. Sono stata una cantante, posso capire che cercare di allenarsi a casa propria non è la stessa cosa, cosa che lavorare in teatro per molte ore al giorno.
Fondi tagliati al Caniglia dal Ministero: che ne pensa?
Non posso assolutamente spiegarmi perché il Ministero prenda queste decisioni. Bisognerebbe entrare nelle maglie del Ministero per capire il perché di questo Almeno un minimo aiuto, almeno in un momento come questo dove aiuti ne sono arrivati tanti dall’Europa. Per la cultura sono stati stanziati tanti fondi più di prima, quindi è inconcepibile per me questo taglio al concorso Caniglia. È ben organizzato, pieno di persone che amano questa attività, che la fanno gratuitamente, che ci credono, con grande entusiasmo, che si sono rimboccate le maniche e sono riusciti a farlo lo stesso quindi ancora di più hanno tutta la mia stima e il mio rispetto e noi dobbiamo aiutarli». Rapporto con Sulmona e con l’Abruzzo
Cosa le piace dell’Abruzzo?
Sono 10 anni ormai che vengo anche con mio marito che è innamorato di Sulmona e dell’Abruzzo tutto. Devo dire che abbiamo girato e rivoltato come un calzino l’Abruzzo perché siamo andati a vedere tutto e di più. Una regione bellissma, aspra, non ancora rovinata dal turismo di massa,. È talmente ancora incontaminata che ti muovi e dici: è un paradiso.