Pescara

L’intervista a Mazzei: «Connetto con le mie sculture gli uomini e il Pianeta»

22 Dicembre 2025

L’ultimo lavoro dell’artista pescarese, “Bandiera Italiana” presentato a Trapani per il 37esimo stormo della Aeronautica

PESCARA. «Porto le mie opere in giro per il mondo, tenendo sempre con me un po’ della mia città e del mio Abruzzo. Vorrei provare a creare la mia opera più grande, che consiste in una rete fisica di sculture chiamate Fish». Marco Mazzei, poliedrico artista pescarese, da un anno Ambasciatore delle arti e dell’artigianato della città adriatica, si definisce una persona estrosa, attenta all’estetica, senza mai tralasciare lo studio. Musicista prima che scultore, nasce da una famiglia di artisti e artigiani, come dice lui, ereditando da suo padre la manualità propria dello scultore. Pesci e Folia sono le sue opere più conosciute, che possono ammirarsi in diversi paesi del mondo come una sorta di viaggio poetico. E nel palazzo comunale della sua città, sopra la scala principale, non poteva mancare la sua opera Pesci. Attento alle tematiche ecologiste e ambientaliste, il nobile obiettivo dello scultore è di far connettere l’intera umanità: come disse Einstein, «facciamo parte dello stesso corpo chiamato “Universo”». E nell’universo di Mazzei, oltre alla Polonia, nell’anno nuovo c’è posto anche per il Cile, progetto ancora in fase di avvio.

A decollare è invece una delle sue ultime opere, Bandiera italiana: presentata durante una cerimonia di beneficenza, martedì scorso, a Trapani per il 37mo stormo dell’Aeronautica; un’installazione delle sue bandiere è esposta anche nell’Aurum di Pescara per il G7.

Maestro come nasce quest’opera Bandiera Italiana?

«In uno dei miei viaggi, ero a Pantelleria, ho incontrato il Comandante della base militare dell’Aeronautica Italiana, che avendo visto la mia opera Pesci, è rimasto colpito e mi ha chiesto di crearne una per quando sarebbe stato trasferito. Così ho pensato di realizzare in alluminio biocompatibile, come sono tutte le mie sculture, la bandiera italiana».

Da Pantelleria passando per Pescara a Trapani con la sua Bandiera Italiana. Ci vuole raccontare la cerimonia?

«Sono diventato l’artista della bandiera italiana – questa cosa mi fa sorridere. Ho portato quest’opera per il 37mo stormo dell’Aeronautica di Trapani, una delle basi fiore all’occhiello della difesa italiana ed europea. La scultura è stata presentata in occasione di un’importate evento di beneficenza voluto dal colonnello e comandante della base, Daniele Mastroberti. La base accoglie anche l’opera Cicogna che ho realizzato insieme a mio padre e a mia sorella, emblema dello stormo. È stata una giornata emozionante e non me lo aspettavo. C’era anche il coro dei bambini del collettivo “30 piedi della città”».

Cosa l’ha ispirata?

«Nasce da un mio tema ricorrente, quello dell’aerodinamica. Le mie opere sono fotografie di un momento e nel caso della bandiera è scolpita durante un colpo di vento che la fa muovere».

Venendo al materiale che utilizza, un alluminio biocompatibile, la domanda sorge spontanea. Quanto conta l’ambiente e il suo rispetto?

«Tantissimo. Ho selezionato un alluminio completamente puro (99,95%), ricavato da riciclaggio, che al contatto con agenti atmosferici sviluppa elementi positivi».

Non inquina...

«Assolutamente no. Ci sono professori di chimica dell’Università di Roma La sapienza, dove ho realizzato alcuni miei lavori, che mi supportano sul tema ecologico e spesso mi danno consigli proprio sulla chimica del materiale che utilizzo. Il professore Mauro Giustini tiene un convegno interessante sulla chimica dell’alluminio e sul suo riciclo, al quale partecipo, e spiega questi processi agli studenti anche attraverso la mia opera Pesci».

È ecologista il messaggio che vuole mandare attraverso le sue opere?

«Si. Le mie sculture, dai Pesci alle Foglie, riguardano un elemento del pianeta. Se utilizzassi i colori acrilici fatti in azienda andrei in contrasto proprio con il tema che voglio rappresentare, ovvero quello della natura, e non avrebbe alcun senso il messaggio ecologistico lanciato. Per me l’aspetto ambientale è importante e mi permette anche di viaggiare diffondendo le mie opere».

Come è accaduto con Folia?

«Folia è un ambizioso progetto artistico promosso dal Parco Nazionale della Maiella. L’iniziativa prevede l’installazione di una scultura a forma di foglia in ciascuno dei trentanove comuni del Parco, dando vita a un itinerario che esalta luoghi di straordinario valore storico ed estetico. Queste opere, che sono geolocalizzate, diventano punti di riferimento del posto in cui vengono installate, trasformando il territorio in un museo diffuso a cielo aperto».

E perché geolocalizzarle?

«L’intento è di connettere persone e territori in tutto il mondo. I pesci ritornano per ricordarci che siamo tutti uniti dallo stesso destino, perché facciamo parte di questo Mondo».

Quanto tempo impiega per realizzare le sue opere?

«Dipende. Per esempio per la Cicogna ci è voluto un mese o più, per la Bandiera invece una settimana. Inoltre, molte delle mie opere le realizzo anche sul posto in pochi giorni».

Come vede il ruolo della scultura oggi, nell’era digitale e della stampa 3d?

«Sono favorevole al progresso tecnologico, però venendo da una famiglia di artisti e artigiani so quanto sia importante lo studio. Utilizzare quindi questa tecnologia va bene, ma con la coscienza di ciò che è stato».

Oltre che scultore è anche musicista. Come coincidono le due parti in lei?

«Nasco musicista, per motivi lavorativi divento anche arrangiatore… ma l’amore per la scultura l’ho ereditato da mio padre. In realtà amo ciò che è bello e quello che faccio mi diverte».

Come si definirebbe?

«Una persona estrosa».

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