libro/intervista per il compleanno 

Compie cento anni Marisa Rodano 

Un secolo di militanza per le donne: “inventò” la mimosa dell’8 marzo

ROMA. Un secolo di militanza antifascista e femminista. È la testimonianza di vita di Marisa Rodano, 100 anni il 21 gennaio, simbolo di lotta tenace per le libertà di uomini e donne. Le donne, soprattutto. Per le quali non si è risparmiata sia nelle aule parlamentari sia nelle piazze, e alle quali ha donato l’emblema della Giornata della Donna: la mimosa. A lei si deve infatti questa fortunata scelta, ben 75 anni fa. Era l’8 marzo 1946. «Tutto è avvenuto a Palazzo Giustiniani in una riunione del direttivo dell'Udi dove si discuteva della necessità di scegliere un fiore-simbolo: scartato il garofano, già legato al Primo maggio, esclusi gli anemoni troppo costosi, la mimosa sembrava convincente, perché, almeno nei dintorni di Roma, fioriva abbondante e poteva esser raccolta senza costi. Fu così che disegnai un rametto con punteruolo che incideva la cera, sul cliché per ciclostilare la circolare per i comitati provinciali». Lo racconta la stessa Marisa Rodano in un’intervista a Vittoria Tola, già responsabile dell'Udi, nel libro di prossima uscita “Mimosa in fuga” (Carthusia). Nata a Roma – stesso giorno e stesso anno in cui Gramsci diede vita al Pci (in cui ha militato col marito Franco Rodano) – Marisa Cinciari Rodano ha cominciato il suo attivismo come partigiana e antifascista (arrestata nel maggio 1943 e detenuta alle Mantellate fino al 25 luglio), ha militato nel Movimento dei Cattolici Comunisti e nei Gruppi di difesa della donna. È stata fra le fondatrici dell'Udi (Unione donne Italiane) di cui è stata anche presidente. E, deputata, è stata la prima vicepresidente donna di Montecitorio, senatrice e europarlamentare.