Il fosso del Gorzano

"ALTITUDINI"

Dalla Laga di Capricchia allo stazzo del Gorzano 

Tra i tanti monti quelli del massiccio della Laga sono avvolti di mistero. Forse perché fino a pochi anni fa erano poco frequentati, o perché la sentieristica lasciava a desiderare, perché ventosi, ricchi di acqua, vallate, fossi, storie di tempi antichi. O forse per tutto questo messo assieme. In questa stagione piena d’acqua, ho scelto di sorvolare la Laga di Capricchia (Amatrice), per arrivare al magnifico Stazzo del Gorzano e ridiscendere per un sentiero vertiginoso adatto ad escursionisti esperti.
Quindi andiamo a Capricchia e saliamo al Sacro Cuore (1370 m) in automobile. Ci incamminiamo verso Nord -est sul Sentiero Italia proprio in direzione di quei monti altissimi dalle originali insenature; al bivio imbocchiamo a destra, in direzione sella della Solagna e Monte Gorzano. Si sale rapidamente nel bosco in mezzo al fragore delle acque che farà da colonna sonora per la salita. Dopo 40 minuti siamo alla Sorgente Piani Fonte (1545m) un piccolo prato verdissimo dove scorre un ruscello freddo e veloce. Si procede sul sentiero 365 nel bosco fitto, quasi buio, su un tappeto morbido di foglie, massi ammantati di muschio e fiorellini teneri, per arrivare ad un affaccio dove, con molta prudenza, si potrà ammirare il salto d’acqua del Fosso del Gorzano, veramente altissimo e molto vertiginoso. Poco dopo saremo all’inizio del salto dove affacciarsi è sconsigliato (Fosso del Gorzano, 1765 m - 1,40 ore dalla partenza). Il concerto dei suoni dell’acqua che scorre e precipita è sublime e caratteristico di questo massiccio dove la pietra impermeabile ci fa assistere alla nascita dei fiumi.

Scorcio dei bastioni di cima Lepri
Il sentiero esce dal bosco ed entra in un’ampia radura dove si incontra il basamento in pietra di un antico stazzo, con fioriture tipiche e il regalo del panorama sulla piana di Amatrice. Si piega a sinistra, si risale una scarpata erbosa e si arriva ai piedi delle imponenti bastionate di Cima Lepri sfiorando i resti di un grandissimo stazzo: lo stazzo del Gorzano con tanto di muretti di recinzione (1882 m). Guardiamo l’orizzonte: i ricami dei monti, le curve sinuose delle vallate, l’ondeggiare delle fronde e poi i paesi, come piccoli bottoni preziosi sulla tela tessuta da madre-natura. Amatrice è come un’asola tra i bottoni dove tutto si riannoderà, come è giusto che sia.
Per scendere potete scegliere la stessa via dell’andata, oppure il sentiero che porta alla cascata delle Barche o, se siete esperti e non soffrite di vertigini, dirigetevi in basso a destra verso Colle Pelara seguendo i segni, all’inizio evidenti, e andate a godervi le vertigini del ritorno. Il sentiero scende quasi a picco sul parcheggio del Sacro Cuore, con passaggi esposti e magnifiche rocce. Il panorama ripaga la difficoltà, perché ammiriamo i fossi al di sotto delle Laghette, lo spunzone della Cipollara e tutta la piana di questa parte di Lazio che si fonde con l’Abruzzo. Attenzione sempre ai segni sugli alberi, anche quando si rientra nel bosco: non vi abbandonano, ma sono radi. Una volta arrivati (8 km, 4 ore totali) mettiamoci con il naso all’insù: siamo quasi precipitati da lassù proprio come le cascate della Laga.
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