Due chitarre, archi e ottoni per i Radiohead 

Otto brani della band britannica nell’album in uscita del musicista pescarese Coppari con Donati

PESCARA. Due chitarre e un ensemble per rileggere e riarrangiare i Radiohead, uno dei gruppi più importanti nella storia del rock. Esce questa settimana “A portrait of Radiohead”, prodotto da Dodicilune e distribuito da Ird, che vede protagonisti il chitarrista pescarese Stefano Coppari e il collega Diego Donati, accomunati dalla formazione al conservatorio “ Rossini” di Pesaro.
Otto sono i brani della band britannica rivisitati con gli arrangiamenti curati da Donari: “Paranoid android”, “No surprises”, “Karma Police”, “How to disappear completely”, “Pyramid song”, “Knives out”, “We suck young blood” e “A wolf at the door”. Alle due chitarre si affianca inoltre una sezione ritmica, composta da Lorenzo Scipioni al contrabbasso e Roberto Desiderio alla batteria, e un quartetto d’archi formato da Riccardo Bottegal e Lucia Guerrieri ai violini, Malgorzata Maria Bartman alla viola e Francesco Alessandro De Felice al cello, mentre la voce è della trentenne marchigiana Anna Laura Alvear Calderon. «Io e Stefano eravamo alla ricerca di qualcosa che potesse esprimere al meglio entrambi», racconta Donati, «sia dal punto di vista strumentale sia da quello compositivo. Abbiamo scoperto che ci accomunava la passione per i Radiohead, e ci siamo detti perché non provare una rilettura delle loro musiche. L’idea ci ha entusiasmato e abbiamo deciso di rivisitare a modo nostro», continua il chitarrista, «inizialmente limitandoci a trascrivere e arrangiare i brani per due chitarre. Ci siamo subito resi conto che la scelta era un po’ limitante, perché le musiche dei Radiohead sono ricche di elettronica, ma anche di strumenti più tradizionali come archi ed ottoni. Così», chiosa Donati, «abbiamo ampliato l’organico fino al quintetto, abbinandolo a un quartetto d’archi». Chitarrista, compositore, arrangiatore e banjoista, Donati si è diploma in chitarra classica al Rossini nel 2010, e in composizione, arrangiamento e direzione per orchestra jazz nel 2013. A Pesaro si è formato anche Coppari, nato a Pescara nel 1983, laureato in chitarra jazz e specializzato in direzione e arrangiamento per orchestra. Il suo primo album da leader è del 2016, “Eureka”, e nel 2018 con lo Stefano Coppari Quartet vince il premio come miglior formazione del festival 2018 all’International Jazz Festival di Bräila, in Romania. A maggio è uscito un nuovo album del quartetto, “Scar Let”. (a.r.)