Il maestro Enrico Melozzi, teramano, violoncellista e compositore

L'INTERVISTA

Enrico Melozzi: «Dirigo a Sanremo 4 “mostri”. Anche Junior Cally, e lo difendo» 

Il maestro teramano è il direttore d’orchestra più presente al Festival: «Coi Pinguini Tattici Nucleari mi diverto, Fasma è sensibile, Anastasio una bomba»

TERAMO. «Non mi sarei mai aspettato di ritrovarmi a essere il direttore con più artisti a Sanremo. Io, fan del festival fin da bambino». Sul podio per 4 cantanti in gara oltre alla firma di 8 orchestrazioni, comprese le cover dei duetti, Enrico Melozzi è il direttore d'orchestra più presente al 70° Festival di Sanremo, al via domani.
Il 42enne maestro teramano, talento vulcanico e prolifico, violoncellista, compositore, direttore d’orchestra, produttore e arrangiatore, è un veterano del festival della canzone italiana, dove ha accompagnata al terzo posto Noemi nel 2012. Ora è alla quarta partecipazione all’Ariston, dove dirigerà l’orchestra sanremese per le esibizioni dei Big Anastasio (Rosso di rabbia), Junior Cally (No, grazie), Pinguini Tattici Nucleari (Ringo Starr) e, per le Nuove proposte, Fasma (Per sentirmi vivo). Un tour de force per il maestro Melozzi, che ha anche orchestrato Me ne frego, pezzo dell’amico Achille Lauro, diretto l’anno scorso in Rolls Royce. «Le prove sono iniziate l’8 gennaio a Roma» racconta Melozzi al Centro «I pezzi in gara erano già pronti, mentre le cover sono state scelte in seguito. Una sfida all’ultimo minuto. Ho scritto orchestrazioni titaniche, magniloquenti, con l’orchestra al centro. Sulle cover il lavoro è stato costruito da zero. Ad esempio, per il medley dei Pinguini Tattici Nucleari ho fatto un lavoro enorme con il loro cantante Riccardo Zanotti. Per omaggiare i 70 anni di Sanremo abbiamo scelto un pezzo rappresentativo di ogni decennio. E ho scritto un’orchestrazione rapsodica, con anche una citazione di Beethoven, del quale ricorre il 250° della nascita, con una Fuga a 8 voci per orchestra. Ho scritto molto, ogni giorno, orchestrazioni enormi in cui suonano tutti i professori dell’orchestra. Bravissimi. Molti sono cambiati, ormai vedono me come un vecchio. Ho un rapporto bellissimo e di stima reciproca con l’orchestra».

Fasma
Un giudizio su ognuno dei 4 cantanti in gara. Fasma?
Fasma è giovanissimo, talentosissimo, sensibilissimo. In prova si è commosso quando ha sentito per la prima volta l’orchestra entrare sul suo pezzo. Penso abbia grandi chance.
Passiamo ai Big. Anastasio?
È una bomba, con un pezzo assurdo, notevole, con tanto rock suonato dall’orchestra, che diventa così elemento di potenza e non solo decorativo. Un mostro, un genio, un musicista incredibile, super professionale, preparato, umile. Giovedì duetterà con la Pfm nella cover di Spalle al muro di Renato Zero. Abbiamo fatto prove a Sanremo e una giornata intera in studio a Milano con la Pfm. Grandi. Con loro mi sono espresso al massimo. Abbiamo progetti insieme in estate al Ravenna Festival.

I Pinguini tattici nucleari
I Pinguini Tattici Nucleari.
Mi diverto tanto, sono i più estroversi, amano giocare con la musica. Ho preparato un’orchestrazione giocosa, con temi nascosti, citazioni, finali alternativi. È un continuo divertissement musicale. Sono ironici, giocano con le parole e i doppi sensi. Anche nella musica abbiamo giocato con questo stile. È un pezzo multistrato, che funziona sia coi bambini che con gli adulti.
Junior Cally, il più controverso, sotto accusa per un passato di testi e video crudi e sessisti.
Antonio Signore (il nome del rapper, ndc) è un signore, rispettosissimo di tutti, che qualche anno fa ha scritto un disco goliardico, un testo come quelle canzonacce che tutti abbiamo cantato in gita scolastica. Quando Salvini ha saputo che No, grazie parlava di lui gli ha scatenato addosso la Bestia (la macchina social del leader leghista, ndc). L’ha fatto anche un anno fa con Achille Lauro. La polemica sul testo di una canzone è frutto di arretramento morale e culturale, siamo tornati al Ventennio. Kubrick, allora, con Arancia meccanica stava promuovendo la violenza sulle donne? Faccio un paradosso, non voglio paragonare i due. Però così si diventa assolutisti. Ogni contenuto artistico è inviolabile. Può pronunciarsi solo il pubblico, decidendo di ascoltare o non ascoltare, vedere o non vedere, acquistare o non acquistare.

Junior Cally
Quindi nessun dubbio o imbarazzo?
Assolutamente no, difendo Junior Cally, lo curo anche più degli altri. Se ci mettiamo a discutere l’arte è pura regressione culturale. Mi lascia perplesso il discorso che ogni canzone debba essere corretta. Facciamo come a Cuba, dove le canzoni per la radio nazionale sono scelte a tavolino dal ministero della cultura? Dobbiamo chiedere l’autorizzazione a un Minculpop? Io sono il primo femminista, ti giuro. Ma difendo l’espressione di un artista.
A proposito di femminismo, a Sanremo solo due direttrici d’orchestra su 24, Beatrice Antolini sul podio per Achille Lauro e Sylvia Catasta per Elodie. Pochine.
Anzi, è un miracolo. Due su 24, non due su mille com’è il rapporto nel mondo sessista della musica classica. Paradossalmente è un dato positivo che ce ne siano due. Ce ne sono pochissime in Italia. Da ragazzino ho collaborato con Sabine Meyer, dei Berliner. Ci fu una rivolta nell’orchestra quando lei divenne primo clarinetto, si disse che era l’amante di von Karajan, ci fu una spaccatura espressione di quel sessismo pazzesco. La musica classica è la mia passione, ma esprime arretratezza e conservatorismo sfrenati. E il teatro lirico, che dovrebbe essere punta di diamante della modernità, ha visto sparire gli autori.
A Roma ha fondato l'Orchestra Notturna Clandestina, che si finanzia con rave di musica classica. Che pubblico ha?
Dai 2 ai 99 anni. I più assetati di questo trippone di 15 ore di musica sono i giovani, ma i più resistenti sono gli anziani, più abituati all’ascolto attento. I giovani ascoltano un pezzo per 5 secondi su Spotify e poi cambiano.
Come prosegue l'esperienza dei 100 Cellos, l'orchestra di violoncelli creata con Giovanni Sollima?
I 100 Cellos continuano a suonare, domani saranno al teatro Fraschini di Pavia, per la prima volta non ci sarò, ma ho curato produzione e prove. Saranno al Ravenna Festival e al Time in Jazz di Paolo Fresu nella sua Berchidda. Rappresentano un p’ il mio spirito e quello di Giovanni. Entrambi abbiamo patito contraddizioni deformazioni e difetti del mondo dei conservatori. Invece i 100 Cellos sono la gioia di stare insieme, senza gerarchie, il primo violoncello della Scala e il bambino di 4 anni appena accostatosi allo strumento. Anche i principianti sono accolti, non respinti come accade nei conservatori. Abbiamo anche creato la Piccola Orchestra Notturna dei bambini. Suonano subito. Stiamo smontando un sacco di regole».
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