Ente Manifestazioni Pescaresi, Tiboni pronta al dialogo: «Cultura senza divisioni»

La presidente dei Premi Flaiano accetta l’invito di Cardelli, da poco nominato alla guida dell’Emp: «Importante superare le chiusure per poter proporre sempre più grandi eventi»
PESCARA. Far tornare il pubblico al teatro, quello vero, quello con gli attori dal vivo. Questo il diktat lanciato dalla presidente dei Premi Flaiano, Carla Tiboni, al nuovo Consiglio di amministrazione dell’Ente manifestazioni pescaresi (Emp), la storica associazione che dal 1950 organizza manifestazioni culturali, concerti e spettacoli, dal jazz alla lirica, fino alle evoluzioni funamboliche delle arti circensi. «Con l’augurio di buon lavoro», dice Tiboni commentando le nomine, «mi auguro ci sia più apertura rispetto al passato». Al passato, dice, quando più volte Tiboni si era proposta di fare un passo all’interno dell’Emp, ma senza ottenere riscontri. «C’è sempre stata molta chiusura e non ho mai ricevuto una risposta».
Presidente Tiboni, cosa pensa del nuovo Cda?
«Il presidente Stefano Cardelli lo conosco solo di nome, ma ha sempre svolto attività e organizzato eventi. A lui tocca un doppio ruolo: risanare i conti e azzerare i debiti e lavorare sotto l’aspetto culturale. Spero ci sia un giro di boa, fondamentale per l’Ente».
In passato tra lei e l’Emp ci sono stati contrasti. Ricorda?
«Più che contrasti, ho chiesto come associazione Premi Flaiano di entrare a far parte della compagine sociale, ma non mi è stata data una risposta».
E non sa perché?
«Non lo so, l’Ente ha sicuramente subito negli ultimi anni una condizione di forte chiusura nei confronti degli altri enti culturali. Spero che tra i primi impegni del presidente ci sia quello di riaprire anche agli altri enti che vogliono collaborare e lavorare per un Ente manifestazioni che abbia maggiore possibilità di proporre grandi eventi. Serve superare questa chiusura».
Sul Centro il neo presidente ha annunciato di volerla incontrare. Accetta?
«Come associazione Premi Flaiano siamo disponibili. Tra le altre cose, anche mio padre è stato uno dei fondatori dell’Emp, quindi c’è anche un motivo sentimentale. Da parte mia, c’è disponibilità a confrontarsi, ad aiutarsi e collaborare: aspetti che negli ultimi anni sono mancati. Un aspetto che la cultura non si può permettere perché gli enti culturali tra loro devono collaborare: la cultura non può essere selettiva».
Per l’Ente un luogo importante, tanto quanto per i Premi Flaiano, è il teatro d’Annunzio.
«Sì, azzardo e spero di vederlo riaperto per l’estate del 2026, ma è più realistico parlare del 2027. Organizzare i Premi a piazza Salotto è faticoso».
Cosa spera per la prossima stagione?
«Portare avanti gli eventi promossi dall’Ente e, come ha detto Cardelli ieri, di vederli migliorati. La qualità degli eventi è sempre importante. Ma auspico soprattutto che ci sia un’attenzione alle rappresentazioni teatrali, di cui secondo me si è persa l’abitudine. Oggi anche il teatro sconta un po’ la presenza dell’attore o dell’attrice che richiama lo spettatore per andare al teatro. Invece, le opere teatrali devono essere rappresentate per quello che sono, non per l’interprete. Ci deve essere un ritorno al teatro e poi è importante è l'ingresso di altri soci».
Più soci: ci spieghi meglio.
«È nello statuto dell’Ente: servono soci che contribuiscono al raggiungimento dello scopo sociale, che è quello ovviamente di fare e promuovere la cultura, organizzare eventi. Ma soci importanti, solidi, che possano aiutare l’Ente al reperimento di finanziamenti e sponsorizzazioni».
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