Più libri più liberi, parla Salustri l’editore abruzzese: «Troppi testi rovinano il mercato, cerchiamo la qualità»

In fiera a Roma racconta la regione: «C’è molta curiosità. La polemica di Zerocalcare? Bisogna stare attenti a cosa si offre ai lettori. Noi rispondiamo con due opere sulla Resistenza». Con “Radici” dal 2021 tanti autori locali tra saggi e narrativa
PESCARA. Più libri più liberi. Non soltanto uno slogan che sa di buoni sentimenti ma il nome della fiera capitolina sulla bocca di tutti, dopo lo scontro tra il fumettista Zerocalcare - che ha rinunciato alla partecipazione - e la casa editrice Passaggio al bosco, accusata dall’artista romano di vicinanza a gruppi e ideologie nazifasciste. Ma negli spazi enormi della fiera c’è anche chi allo scontro ha preferito il dialogo. Sul banchetto dell’abruzzese Radici Edizioni ci sono i libri della resistenza sull’Appennino, tutt’attorno campeggiano i nomi degli scrittori locali che si muovono tra saggistica e narrativa, «con un occhio rivolto alla propria regione e l’altro a microcosmi ancora tutti da esplorare», spiega l’editore Gianluca Salustri, che ha fondato Radici nel 2021 navigando contro la crisi del settore.
Salustri, è vero che non si legge più?
«È vero che si legge meno e peggio».
In che senso?
«Tanti libri, non c’è una selezione. Si pubblica troppo».
Voi quanti libri pubblicate?
«Abbiamo un catalogo di 28 titoli, molti sono autori locali. Ma a comandare sono i grandi gruppi».
Che pubblicano chiunque.
«Sì, il senso è questo. Non c’è una selezione».
Allora ci dica: voi come la fate?
«Cerchiamo qualcosa che ci piaccia davvero, lavoriamo su pochi libri ogni anno per dedicarci anima e corpo a quei testi. E poi non vogliamo ingolfare un mercato che è saturo…».
Qual è il problema di avere tanti libri?
«Che ne va della qualità della pubblicazione. E poi un editore è anche qualcuno che fa selezione…».
Ma il mercato per piccole realtà com’è?
«Difficile perché oltre al problema dei pochi lettori ci sono gli spazi da conquistare, nelle librerie e sui media dove campeggiano sempre le case più grandi».
Qui a PiùLibri c’è un po’ di tutto però.
«Sì, è il nostro terzo anno e abbiamo capito cos’è: un contenitore dove trovare qualsiasi cosa».
Anche presunti editori fascisti. Ha seguito la polemica di Zerocalcare?
«Certo, anche se noi come stand siamo dall’altro capo della fiera».
Quindi non ha visto la fiumana per Passaggio al Bosco.
«Abbiamo notato del movimento. Ma qui la polemica è di casa».
In che senso?
«È uno spazio enorme dove, come ho detto, c’è qualsiasi cosa. Anche le case editrici a pagamento, per dirne una. Dove c’è tutto, dove tutto si mescola, può scoppiare la polemica».
Ci dica però che idea si è fatto.
«Penso che si debba giudicare al di là della pubblicazione, mi sembra di capire che lo scontro sia nato su ciò che questo editore fa al di fuori della selezione dei suoi testi».
Quindi la soluzione qual era?
«Stare più attenti a ciò che si propone al pubblico, quando si imbastisce un evento così».
Ma voi a partecipare non avete rinunciato.
«No, anzi. Abbiamo fatto di meglio».
Cioè?
«Sul banco in prima fila abbiamo messo in bella mostra un paio di titoli che raccontano la lotta al nazifascismo sul territorio».
Di che parlano?
«Un testo è sull’eccidio di Capistrello, un tema caro alla casa editrice che viene proprio da lì. L’altro è sull’uccisione dei fratelli Durante, siamo a Civitella Roveto».
Una fototessera. Come a dire: noi siamo questi.
«Esatto! Abruzzo e resistenza. E c’è tanta gente che è venuta qui con grande curiosità, perché la regione che raccontiamo suscita interesse».
Che Abruzzo mostrate?
«Non è una cartolina ma è un territorio svecchiato, con tanti giovani che parlano di temi importanti e nostri. Gliene dico uno: le aree interne e lo spopolamento».
E l’Abruzzo della transumanza? La tradizione?
«Ah, c’è un bellissimo poster fatto dalla nostra grafica di Michela Di Lanzo. E un quadretto ricamato in rosso da Daniela D’Arielli illustra i fiumi della regione. Abbiamo tutto».
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