Il Guerriero di Capestrano “ai raggi X”

15 Novembre 2024

Il giornalista De Frenza ricostruisce le origini della statua e le recenti polemiche

PESCARA. Il nuovo numero del trimestrale D’Abruzzo, autunno n. 147, si apre con un ampio articolo sul Guerriero di Capestrano di Antonio De Frenza a 90 anni dalla scoperta, seguito da un approfondimento di Silvano Agostini (già funzionario geologo Soprintendenza dell’Abruzzo) che fa il punto sugli studi e sul restauro della statua italica trovata in un vigneto di Capestrano nel 1934.
Il Guerriero, risalente al VI secolo a.C. e conservato nel Museo archeologico d’Abruzzo di Chieti, continua ad affascinare e a far discutere: è di quest’anno la decisione del Consiglio regionale di inserire il Guerriero nello stemma della Regione, mentre ha suscitato sorpresa e molte discussioni il documentario del regista Alessio Consorte nel quale si ipotizza che la statua sia un falso realizzato per conto di un antiquario napoletano. Un’ipotesi che non convince gli studiosi.
In questo numero della rivista è come sempre ampia la sezione dedicata all’ambiente alla natura e al turismo. Un itinerario nella Riserva naturale di Quarto San Chiara, a Palena, ci posta sulle tracce della salamandra. Massimo Pellegrini ci accompagna alla scoperta delle cicogne che sempre più spesso scelgono l’Abruzzo come tappa delle proprie rotte migratorie ma che come luogo dove nidificare. Altri servizi sono dedicati ai colori del fiume Tirino e alla chiesa di San Nicola a Corcumello, frazione di Capistrello. Nel numero della rivista vanno infine segnalati l’intervista al paleontologo e formatore museale in Giappone, Gianpaolo Di Silvestro, che realizza modelli in 3D dei fossili per musei; un approfondimento sull’arte contemporanea nella nuova installazione a No Man’s Land a Loreto Aprutino di Licia Galizia e Michelangelo Lupone in cui lo spazio e la musica convivono con la forma plastica, mentre l’artista abruzzese Valentina De’ Mathà ci guida col suo lavoro a una riflessione sui simboli, i riti e il folklore che costituiscono la memoria collettiva.