Enzo Avitabile

L'INTERVISTA

«Il mio concerto è un momento unico e sacro» 

Enzo Avitabile questa sera (lunedì) a Civitella del Tronto: «Un rituale basato su parola, suono, gesto, danza»

Musica colta, musica sacra e pagana, musica tradizionale, pop e rock, ritmo afro-americano, pastellessa e zeza: Enzo Avitabile è maestro del groove e campione della contaminazione tra generi, epoche, geografie. Tanto che il regista premio Oscar Jonathan Demme ne ha voluto raccontare nel 2012 con il documentario "Enzo Avitabile Music Life" il viaggio musicale tra world music, jazz fusion, tradizione popolare partenopea.
Si annuncia perciò suggestivo, insolito, trascinante il concerto di Enzo Avitabile con I Bottari di Portico & Black Tarantella Band, tappa del Pelle Differente Tour del cantautore partenopeo che chiude questa sera (lunedì 25) a Civitella del Tronto l'etno-festival La Carovana dei Suoni (piazza Filippi Pepe, ore 21.30, ingresso gratuito).

I Bottari di portico in concerto
La Carovana dei Suoni è proposta, dentro il mega cartellone Abruzzo dal vivo, dall'Istituto internazionale del teatro del Mediterraneo (IitM), con la direzione dell'etnomusicologo Carlo Di Silvestre.
Con Enzo Avitabile (voce e sax tenore) si schierano sul palco: per i Bottari, Carmine Romano capopattuglia, Massimo Piccirillo, Francesco Stellato e Luigi Natale (tini), Carmine Piccirillo (falce), Raffaele Iodice e Raffaele D'Amico (botti) e, per la band, Gianluigi Di Fenza chitarra, Mario Rapa batteria, Diego Carboni tastiere, Paolo Palmieri basso, Antonio Bocchino sax contralto, Carmine Pascarella tromba.
Nato nel popolare quartiere napoletano Marianella nel 1955, sassofono studiato da bambino, diploma in flauto al conservatorio di San Pietro a Majella, primo album nel 1982: in 36 anni di carriera Enzo Avitabile ha condotto la ricerca musicale attraversando confini linguistici, stilistici e geografici, e ha duettato in giro per il mondo con star come James Brown, Tina Turner, Randy Crawford, Afrika Bambaataa, David Crosby.

James Brown

«L'incontro più importante? James Brown. Sono cresciuto con la sua musica ed è stato come se si materializzasse davanti a me direttamente dal juke-box» risponde l'artista al Centro. «Un rapporto profondo e molto importante, anche perché mi presentò Afrika Bambaataa. La prima parte della mia vita musicale è stata influenzata dal suono afro-american, poi ho vissuto un processo di “disamericanizzazione” del mio linguaggio musicale».
Il concerto a Civitella è una tappa del Pelle Differente Tour, che prende nome dal suo primo best of. Perché ha aspettato tanto per una raccolta antologica?
«Non mi piace storicizzarmi. E non ho mai fatto un disco live, perché la gente non si muoverebbe più da casa. Qualcosa dei miei concerti si trova su You Tube, registrato male. Invece credo alla sacralità del momento del concerto. Preferisco non immortalare e non storicizzare».
Uno dei due brani inediti del disco è “Il coraggio di ogni giorno”, portato a Sanremo con Peppe Servillo. Com'è stata l’esperienza del Festival?
«A Sanremo c’era la possibilità di fare una promozione nell’arco di quattro giorni, un’opportunità che non capiterebbe mai in tutta la vita. Poi è nato il progetto del disco, che premia la mia musica nella forma-canzone».
Nel concerto di Civitella coi Bottari di Portico la sua musica che forma avrà?
«Sarà un vero e proprio rituale che prescinde dalla forma-canzone, basato sui quattro elementi della mia musica: parola, suono, gesto, danza. Dal 2002 ho portato il gruppo dei Bottari di Portico in giro per il mondo. Loro proseguono una tradizione contadina del Trecento, un rituale ancestrale fatto di arcaici ritmi processionali scanditi da botti, tini e falci per scacciare gli spiriti maligni e propiziare buoni raccolti. Vengono eseguiti particolari modelli ritmici, quello violento e ossessivo della Pastellessa o quello lento della Musica dei Morti. È un rituale di musica popolare che viene dal passato ma punta lo sguardo sul futuro».
Due volte Premio Gazzelloni e Targa Tenco e molti altri riconoscimenti, anche per la musica composta per teatro e cinema. Quale il premio più inaspettato?
«Sono tutti inaspettati. In particolare il Premio Ubu, prestigiosissimo, per le musiche del “Vangelo” di Pippo Delbono. E tutti i riconoscimenti per le musiche del film “Indivisibili” di Edoardo De Angelis, David, Nastri, Ciack d'oro, il Morricone, e il Globo della stampa estera… una specie di Pallone d'oro».
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