Il regista Paolo Sorrentino, all'eremo di Santo Spirito, sul set del film The Young Pope

ROCCAMORICE

"Il nostro Eremo ha incantato Malkovich"

Sindaco, gestori di Santo Spirito e Regione rompono il silenzio sulla scelta del film di Sorrentino    

PESCARA. «It’s wonderful, wonderful, wonderful...». Così un estasiato John Malkovich davanti all’Eremo di Santo Spirito a Majella tra le rocce, sotto la luce fredda del primo mattino di novembre.

John Malkovich
Con orgoglio racconta di quello stupore dell’attore hollywoodiano – che pure di magnificenze delle natura nel mondo deve averne viste tante – Daniele Palumbo, presidente della cooperativa Ripa Rossa che gestisce l’abbazia che domina Roccamorice, rompendo un pizzico, e quasi suo malgrado, il patto del silenzio che ha legato per settimane – tra i giorni delle riprese e quelli precedenti dell’organizzazione – la produzione del nuovo capitolo di “The Young Pope, – The New Pope” – la serie Sky con Jude Law firmata dal regista premio Oscar Paolo Sorrentino e i referenti sul territorio abruzzese per il set, dai sindaci di Roccamorice e Caramanico agli abitanti fino ai funzionari della Regione.

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«La nostra abbazia è stata scelta tra 475 monasteri in Appennino presi in considerazione da Sorrentino», racconta Palumbo, «la bellezza, ma soprattutto l’organizzazione che abbiamo messo in campo ci hanno fatto vincere». Ora che la troupe cinematografica di 120 persone è lontana, Palumbo, con il sindaco di Roccamorice Alessandro D’Ascanio e Francesco Di Filippo, direttore del dipartimento dei Beni e delle Attività culturali della Regione Abruzzo, ha voluto fare il punto con la stampa su questa esperienza, «forse la più importante per ora, ma non certo l’unica, anzi». La selvaggia e al contempo artistica vista che ha incantato Malkovich viaggerà sugli schermi e negli occhi di tutto il mondo, un biglietto da visita con i fiocchi per l’Abruzzo, il suo turismo, l’economia sofferente delle sue splendide zone interne. D’Ascanio ne è ben consapevole: «In un semestre abbiamo ospitato due produzioni internazionali», dice, riferendosi anche a “The name of the rose”, la serie tedesca per la tv dal capolavoro di Umberto Eco, con Rupert Everett e John Turturro, scene girate a giugno sempre a Roccamorice.

Alessandro D'Ascanio, Francesco Di Filippo e Daniele Palumbo

«Balza agli occhi dunque il valore del nostro paesaggio, che attrae il mondo del cinema, ma anche il valore che ha oggi aver saputo negli anni creare un apparato gestionale del territorio, delle zone protette, degli eremi messi a sistema, apprezzato dalla produzione e da Sorrentino. Ci hanno chiesto velocità organizzativa, un sistema di protezione e sicurezza efficace, la risposta c’è stata. Quando si parla di Film Commission parliamo di qualcosa che anticipa le esigenze del mondo del cinema, che vuole bellezza e organizzazione». E a proposito della nascita «in dirittura di arrivo» dell’Abruzzo Film Commission Di Filippo ricorda che «ci siamo. Facciamo già parte del Tavolo nazionale Film commission-Direzione cinema. Ci siamo arrivati con un percorso di partecipazione dal basso, con manifestazione di interesse pubblico, tanti professionisti di più settori invitati. Le produzioni cinematografiche hanno bisogno di velocizzazione della burocrazia: siamo pronti. E si è visto».
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