L’antica spada dei Valignano in dono a Chieti

14 Ottobre 2024

L’arma giapponese del XVI secolo entra nell’esposizione del Museo universitario che celebra i 30 anni

CHIETI. Compie trent’anni il Museo universitario di Chieti, nato nel 1994 come istituzione interna alla Facoltà di Medicina e Chirurgia sulla base di una iniziativa congiunta fra Università “d’Annunzio” e Ministero per i Beni Culturali. Fra i due Enti fu stipulata una Convenzione che consentì di allestire e inaugurare una prima esposizione nel dicembre del 1994, come mostra temporanea aperta al pubblico a Palazzo de Pasquale, all’epoca sede universitaria cittadina.
L’importante anniversario sarà celebrato oggi, alle 17, alla presenza delle autorità accademiche e cittadine, e sarà l’occasione di presentare al pubblico una nuova esposizione intitolata “Una Spada per la pace dall’Imperatore del Giappone al Papa attraverso padre Alessandro Valignano”: una spada giapponese risalente al XVI secolo, facente parte della Donazione ricevuta dagli ultimi discendenti eredi della famiglia Valignani. Si tratta di un oggetto simbolico, appartenuto a Padre Alessandro Valignano (primo “ambasciatore” in Giappone e in Cina) che viene così “restituito” alla cittadinanza. Per queste ragioni, data la rilevanza simbolica dell’evento, sarà presente alla cerimonia anche l’Ambasciatore del Giappone presso la Santa Sede, Akira Chiba. L’incontro sarà aperto dal rettore Liborio Stuppia, quindi la parola al direttore del Dipartimento di Medicina e Schienze dell’invecchiamento dell’Ud’a Francesco Cipollone, al sindaco di Chieti Diego Ferrara e al Presidente dell’Associazione nazionale Musei Scientifici Fausto Barbagli. Il direttore del Museo universitario Luigi Capasso interverrà quindi proponendo un bilancio trentennale dell’attività e un riconoscimento ai donatori del e del Museo universitario.
«Dal 1994, dopo trent’anni di intensa attività», anticipa in una nota il direttore Luigi Capasso, «il Museo ha cambiato il suo assetto istituzionale divenendo Museo universitario, inserito nello statuto del nostro ateneo. Il patrimonio», sottolinea il professor Capasso «conta oggi oltre 20.000 reperti inventariati e più di 10.000 volumi con spazi espositivi estesi su oltre 1.800 metri quadrati. Il Museo si è sviluppato molto anche in termini di servizi e prodotti: lo scorso anno, ad esempio, i visitatori che hanno pagato il biglietto d’ingresso sono stati 13.535 su uno storico di oltre 170.000 che proietta ad oltre mezzo milione i fruitori totali. Le attività di ricerca scientifica», aggiunge «non solo hanno portato il Museo a stabilire una fitta rete di relazioni e di collaborazioni nazionali e internazionali, ma lo hanno anche visto partecipare alla Vqr d’Ateneo (Valutazione della qualità della ricerca), che ha contribuito a recuperare risorse economiche per tutta l’università. In questo tentennio il Museo ha contribuito, anche concretamente, alla vita dell’Ateneo e a quella del territorio corrispondente, integrandosi nel tessuto culturale e sociale e fungendo da luogo di stratificazione della memoria storica collettiva e da stimolatore di vocazioni scientifiche».