IL LIBRO

“La bellezza non ha prezzo”: picconate, soddisfazioni e delusioni di Zeman 

L’autobiografia del tecnico boemo che fece del Pescara un gioiello: spiegati i motivi dello strappo con Sebastiani

PESCARA. «Odiavo i comunisti. Come li odiava mio padre, medico. Al piano di sopra abitava il capo del partito di Praga 14, il nostro distretto. Papà talvolta urlava dalla finestra del bagno la sua rabbia contro il regime. Ogni tanto qualcuno spariva»: è solo un passaggio del libro che Zdenek Zeman ha scritto con Andrea Di Caro, vice direttore della Gazzetta dello Sport . Si intitola  “La bellezza non ha prezzo” (Rizzoli , €18,50), ed è l’autobiografia in cui il 75enne tecnico boemo ricorda bene e racconta anche le sue esperienze vissute sulla panchina del Pescara, prima con la promozione in serie A e poi con la retrocessione. Aneddoti, soddisfazioni, picconate e delusioni. E finalmente spiegazioni, come la storia di come avvenne l'esonero dal Pescara

Zeman racconta che, dopo la sconfitta con il Cittadella, doveva tornare a Roma dal figlio che si stava curando un cancro con la chemioterapia. «Lo sapevano tutti», scrive. Ma il presidente Sebastiani ordinò di tornare tutti insieme a Pescara per una riunione che si sarebbe dovuta tenere il giorno dopo. Zeman non resistette al richiamo del figlio, non lo vedeva da diverse settimane e andò a Roma, disertando la riunione. «Sebastiani approfittò della mia assenza definendola “ingiustificata e non comunicata”. Prima mi multarono e poi mi esonerarono». Uno strappo ancora oggi non ricucito. Una ferita impossibile da sanare.

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