“La farfalla sulla nuca”, la resilienza delle donne 

Riedito il libro della scrittrice di Popoli Brunella Campea che sgretola i tabù nella lotta contro il tumore

PESCARA. Le parole per dirlo. La paura di non trovarle, poi il coraggio di liberarle. Un fiume in piena, «un modo per salvarsi». Per Brunella Campea, abruzzese di Popoli con la passione della scrittura fin da giovanissima, raccontarsi è stata una seconda terapia dopo le cure dure e impegnative per affrontare la malattia più temuta e diffusa, il tumore al seno.
Un monologo, anzi un dialogo la sua testimonianza lucida e necessaria affidata a poco più di quaranta pagine, La farfalla sulla nuca, ora riedito da Edizioni Mondo Nuovo. Un piccolo libro da leggere d’un fiato e da condividere, come ha fatto Brunella con il suo «dialogo rivolto a tutte le donne, malate o no, perché la prevenzione ci chiama tutte e beneficia del confronto reciproco. Di colpo riusciamo a vederci, a contarci, a misurare le nostre paure e a coltivare le speranze di rinascita».
Ma, continua l’autrice , La farfalla sulla nuca è anche un libro di denuncia «nei confronti dell'ambiente martoriato che ci circonda» – nel libro si fa espresso riferimento alla pericolosità della contaminazione delle acque nel sito di Bussi sul Tirino – «e che ci inchioda, nostro malgrado, alle nostre responsabilità, soprattutto riguardo alla mancanza di consapevolezza che ci accompagna oramai da troppo tempo, trasformandosi così in incoscienza. Non credo che ce lo possiamo più permettere».
Dall’altra l’urgenza di scardinare mortificanti tabù sociali nei confronti del corpo della donna colpita nella sua femminilità. «Ci sono ancora tante donne che si vergognano, che leggono la malattia quasi come un fallimento personale, con annesso senso di colpa, o donne abbandonate dai loro compagni già alla diagnosi».
Se c’è una cosa che s’impara in tali frangenti questa è la resilienza, in tutti i campi, continua Campea. L’aver trovato un nuovo editore che credesse nel lavoro e nel suo messaggio ha dato nuovo slancio al suo libro di recente inserito in giornate dedicate alla tematica della prevenzione – che però va fatta tutto l’anno, sottolinea Brunella – e che il prossimo 13 dicembre sarà presentato all’Aquila nell’ambito di una giornata di studio. «A distanza di sei anni dalla mia operazione al seno sento forse ancora più di prima la necessità di veicolare come posso un messaggio di prevenzione, l’unica cosa che può salvarci la vita. Anche a questo mi è servito scrivere il libro, prendere coscienza una volta in più di me come donna e del mondo che mi circonda. Scoprire in sé una capacità di resilienza», conclude, «significa pure individuare tutto ciò per cui lottare e dargli un nome. Anche attraverso un libro».
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