Ecco il 4° dei 5 film italiani in concorso. Poi Lindon in The Quiet Son
Luci rosse su Diva Futura Pietro Castellitto è Schicchi
LIDO DI VENEZIA. C'è Lady Gaga sul red carpet della Mostra del cinema di Venezia e non ci sono rivali. Tutta l'area rossa intorno al Palazzo del cinema è affollatissima e lei – cappello scultura nero...
LIDO DI VENEZIA. C'è Lady Gaga sul red carpet della Mostra del cinema di Venezia e non ci sono rivali. Tutta l'area rossa intorno al Palazzo del cinema è affollatissima e lei – cappello scultura nero come l'abito vaporoso, con un effetto disneyano dark da villain come del resto nel suo ruolo per il film – accompagnata dal fidanzato Michael Polansky, è stata la regina della premiere di Joker: Folie a deux, secondo capitolo. In seconda serata, in fascia protetta si direbbe in tv, passa in concorso Diva Futura con la regia di Giulia Steigerwalt, quarto dei 5 italiani, racconto dell’avventura di Riccardo Schicchi e della sua agenzia di attrici porno nell’Italia degli anni ’80. Sul red carpet accanto ai protagonisti, guidati da Pietro Castellitto nel ruolo del fotografo, produttore, visionario creatore di icone, sono attese due dive di quell’epoca, Ilona Staller, mitica Cicciolina e Eva Henger che di Schicchi è stata anche moglie.
Al centro di Diva Futura c’è la storia di un sogno, figlio dell’amore libero degli anni '70, il genio imprenditoriale di Schicchi, una visione nuova che rompeva i tabù di allora sul sesso e intuizioni comunicative geniali che lanciarono attrici porno, ospiti in tv dei programmi di Maurizio Costanzo ed Enzo Biagi, sdoganando il tema della sessualità, aprendo la via a un porno italiano che il film vuole raccontare molto diverso dai canoni commerciali, violenti e degradanti degli anni successivi. Pietro Castellitto ha detto di Schicchi che «le persone che ho incontrato e che lo hanno conosciuto direttamente tendono a tenere in vita il suo ricordo, legato a quegli anni '80 come al periodo più avventuroso della loro vita perché era uno che ti portava verso l'avventura». Alle proiezioni si ride, anche perché l'avventura di Schicchi, «così improvvisata, caciarona, cialtrona era associata a una leggerezza, a un divertimento ed era solo un lato della medaglia». Invita Castellitto «a guardare l'umanità dietro il personaggio pubblico, Schicchi non aveva tradito il suo profondo, quel bambino che con il binocolo spiava la dirimpettaia. Diva Futura è un film su un’epoca incredibile e su un uomo che è riuscito a fare la vita che voleva fare, è qualcosa di poetico e potente». La regista Steigerwalt, al secondo film dopo il premiato Settembre, non crede possa scandalizzare. «La visione di sessualità era priva di pudore, un’intenzione rivoluzionaria per il costume italiano, che poi ha portato a qualcosa di opposto e anche di estremamente violento contro le donne. Non era quella la visione di Schicchi, ma ha dato origine a quello che è successo dopo e oggi non se parla: la pornografia ha una diffusione di massa, l'età di accesso si è abbassata a 12 anni ed è per la maggior parte violenta contro le donne. Vorrei che questo film aprisse una discussione su questo, mi spaventa l'educazione silente alla sessualità che passa dalla pornografia violenta». Terzo film ieri in gara è The Quiet Son (Jouer avec le feu) di Muriel e Delphine Coulin, in sala nel 2025 con I Wonder, con Vincent Lindon genitore di due figli adolescenti, il primo che sogna la Sorbona ed è il più bravo del liceo, il secondo che non ha finito la scuola e imbocca la strada sbagliata unendosi a gruppi di estrema destra: un crescendo drammatico che pone al centro il ruolo della paternità, dell’essere genitore oggi e la facile preda di ideologie violente che possono essere i giovani. «Un film necessario» ha detto Lindon auspicando «con i figli dialogo e amore sopra ogni cosa e zero social».
Al centro di Diva Futura c’è la storia di un sogno, figlio dell’amore libero degli anni '70, il genio imprenditoriale di Schicchi, una visione nuova che rompeva i tabù di allora sul sesso e intuizioni comunicative geniali che lanciarono attrici porno, ospiti in tv dei programmi di Maurizio Costanzo ed Enzo Biagi, sdoganando il tema della sessualità, aprendo la via a un porno italiano che il film vuole raccontare molto diverso dai canoni commerciali, violenti e degradanti degli anni successivi. Pietro Castellitto ha detto di Schicchi che «le persone che ho incontrato e che lo hanno conosciuto direttamente tendono a tenere in vita il suo ricordo, legato a quegli anni '80 come al periodo più avventuroso della loro vita perché era uno che ti portava verso l'avventura». Alle proiezioni si ride, anche perché l'avventura di Schicchi, «così improvvisata, caciarona, cialtrona era associata a una leggerezza, a un divertimento ed era solo un lato della medaglia». Invita Castellitto «a guardare l'umanità dietro il personaggio pubblico, Schicchi non aveva tradito il suo profondo, quel bambino che con il binocolo spiava la dirimpettaia. Diva Futura è un film su un’epoca incredibile e su un uomo che è riuscito a fare la vita che voleva fare, è qualcosa di poetico e potente». La regista Steigerwalt, al secondo film dopo il premiato Settembre, non crede possa scandalizzare. «La visione di sessualità era priva di pudore, un’intenzione rivoluzionaria per il costume italiano, che poi ha portato a qualcosa di opposto e anche di estremamente violento contro le donne. Non era quella la visione di Schicchi, ma ha dato origine a quello che è successo dopo e oggi non se parla: la pornografia ha una diffusione di massa, l'età di accesso si è abbassata a 12 anni ed è per la maggior parte violenta contro le donne. Vorrei che questo film aprisse una discussione su questo, mi spaventa l'educazione silente alla sessualità che passa dalla pornografia violenta». Terzo film ieri in gara è The Quiet Son (Jouer avec le feu) di Muriel e Delphine Coulin, in sala nel 2025 con I Wonder, con Vincent Lindon genitore di due figli adolescenti, il primo che sogna la Sorbona ed è il più bravo del liceo, il secondo che non ha finito la scuola e imbocca la strada sbagliata unendosi a gruppi di estrema destra: un crescendo drammatico che pone al centro il ruolo della paternità, dell’essere genitore oggi e la facile preda di ideologie violente che possono essere i giovani. «Un film necessario» ha detto Lindon auspicando «con i figli dialogo e amore sopra ogni cosa e zero social».