Max Gazzè, tour a Ortona: «La matematica dei rami allegoria della resistenza» 

Alle 21.30 il concerto con il nome dallo studio di Leonardo da Vinci L'artista presenta brani dell’ultimo album, tra pop, elettronica e rock

Il titolo del nuovo disco, che dà nome al tour, richiama un affascinante studio di Leonardo da Vinci. Max Gazzè farà tappa domenica 1° agosto a Ortona, in Piazza San Tommaso, con La matematica dei rami. Il concerto, con inizio alle 21:30, è inserito nell’ambito della rassegna Non Solo Blues. Dopo la partecipazione al Festival di Sanremo con il brano Il farmacista, il cantautore romano ha pubblicato, ad aprile, il nuovo lavoro discografico, prodotto con la Magical Mystery Band, tra underground e pop, elettronica e rock.
Gazzè è stato il primo a tornare a esibirsi live dopo le chiusure, la scorsa estate a Roma, ed è sceso in piazza per dare voce alla categoria dei lavoratori dello spettacolo. Per lui, questa sarà un’estate all’insegna della musica dal vivo, accompagnato dai suoi musicisti: Max Dedo (fiati), Cristiano Micalizzi (batteria), Clemente Ferrari (tastiere), Daniele Fiaschi (chitarre). Il Centro ha intervistato Gazzè in occasione della tappa ortonese del tour.
Qual è stata l’idea da cui è partito il nuovo album?
Stavo lavorando a un nuovo disco, poi il lockdown ci ha bloccati. Un giorno ho sentito Daniele Silvestri, che mi ha spiegato il progetto di produzione che stava portando avanti insieme alla Magical Mystery Band, così sono entrato a gamba tesa nei loro progetti e il Terminal2Studio è diventato la nostra dimora, il nostro tempio della musica, il luogo felice che ci ha permesso di creare.
La matematica dei rami richiama Leonardo da Vinci. In che modo lo ha trasposto nel disco?
Il titolo è preso da un verso della canzone Figlia, che canto con Silvestri, ma lo spunto nasce da una tesi di Leonardo da Vinci, che sosteneva che l’apparente caos nello sviluppo dei rami di un albero rispondesse all’esigenza di resistere alle intemperie attraverso una sinergia tra radici, tronco e, appunto, rami, tanto armoniosa quanto sfuggente al nostro sguardo. Questo caos costruttivo l’ho ritrovato nell’interazione musicale, fisica ed emotiva, con la Magical Mystery Band.
Ha vestito i panni di Leonardo da Vinci al Festival di Sanremo, per cantare Il farmacista. Come nasce questo brano?
È un brano ironico. È una storia d’amore un po’ bizzarra. Non è il soggetto “farmacista” il protagonista di questa storia, ma colui che produce e propone soluzioni ai problemi attraverso qualsiasi rimedio, sia esso chimico, sia esso naturale. È un po’ uno scienziato pazzo, lo sciamano e il chimico che fa resuscitare chi in realtà non dovrebbe farlo.
Com’è stato tornare a collaborare con Daniele Silvestri?
Daniele è un grande artista e un grande amico. Lavorare con lui è sempre stimolante, è un pozzo di idee. Ci siamo sempre sentiti in questi anni per consigli e condivisione di idee, a prescindere dai progetti discografici.
Quali sono le novità rispetto al precedente album, Alchemaya?
Dopo un lavoro come Alchemaya volevo tornare a fare canzoni più consonanti al modus della canzone, ma volevo anche farlo in modo diverso. Avevo voglia di fare il disco in un luogo preciso, con dei musicisti amici, insieme. Alchemaya è stato un lavoro molto più concettuale.
La matematica dei rami è stato registrato in presa diretta. Per quanto riguarda la scrittura, come hanno preso forma i brani?
Lavorando attorno a cose che non necessariamente dovevano partire dalla mia scrittura, dal mio modo di fare canzoni. Oltre la presenza di mio fratello, ho iniziato a ragionare su brani scritti da altre persone, ho ascoltato provini, idee diverse, e alla fine di alcune di queste mi sono appropriato, ho pensato di dargli una collocazione personale, come se fossi il produttore di quella cosa piuttosto che l’autore e compositore.