Pescara

Negrita a Pescara, al Massimo cantano per questi “anni spietati”

11 Novembre 2025

La band di Arezzo per la prima volta in teatro con un concerto “in elettrico”

PESCARA. «Quello che portiamo in giro è un concerto come non abbiamo mai fatto nella nostra carriera». Un nuovo disco (pubblicato dopo sette anni da Desert Yacht Club, il loro decimo album in studio) e un tour nei teatri in elettrico per i Negrita. La band sta percorrendo tutto lo stivale con il loro Canzoni per Anni Spietati Tour in Teatro 2025 e tornerà a esibirsi, domani (12 novembre) alle ore 21 anche a Pescara, al Teatro Massimo (la tappa è organizzata da Best Eventi).

Una novità assoluta rispetto ai precedenti tour teatrali, proposti in acustico. Un concerto imperdibile per gli amanti del gruppo, formatosi in provincia di Arezzo agli inizi degli anni Novanta e che resta, a oggi, uno dei più influenti e «meno catalogabili» del panorama musicale italiano degli ultimi decenni. Sul palco con Paolo “Pau” Bruni, Enrico “Drigo” Salvi e Cesare “Mac” Petricich, saliranno Giacomo Rossetti (basso e cori), Guglielmo Ridolfo Gagliano (tastiere) e Cristiano Dalla Pellegrina (batteria). Hanno scelto la formula del concept album per Canzoni per anni spietati (Universal Music Italia), che riparte dalle sonorità folk delle origini, con uno sguardo sull’attualità. Un disco che è stato definito “un atto di resistenza poetica”.

«Parlare di attualità è venuto spontaneamente» racconta al Centro Drigo, al secolo Enrico Salvi, storico chitarrista e cofondatore della band. «D’altronde, viviamo in questi giorni. Tutto è filtrato da quello che succede».

Un nuovo tour in teatro. Cosa amate di questa formula?

«Fare il circuito dei teatri italiani ci è servito anche per apprezzare e scoprire questa dimensione, che è eccezionale. Il teatro è nato proprio come tempio dello spettacolo, quindi, in un certo senso, nessun posto si presta meglio del per fare un tipo di show come il nostro. Sappiamo bene che negli ultimi anni il nostro pubblico ci ha visto meno di quanto desiderava. Per la prima volta, portiamo uno show elettrico nei teatri, le volte precedenti abbiamo suonato sempre in acustico. Sono sicuro che sarà molto godibile, è un’altra dimensione».

Una bella novità per i vostri fan.

«Nella nostra carriera non c’è mai stato un concerto così. Arriva dopo aver suonato per tutta la vita in club, palazzetti, grandi aree all’aperto e dopo aver fatto un po’ di unplugged, a questa età che è quella della maturità. In acustico non puoi toccare certi picchi, certe sonorità, qui invece abbiamo tutto l’arsenale a disposizione».

Tra i brani contenuti nell’album c’è Dov’è che abbiamo sbagliato?, in cui mettete al centro la vostra generazione. Che risposta dareste?

«La canzone rimane con un punto interrogativo perché, fondamentalmente, focalizza questa sensazione di sconcerto che si ha nei confronti del presente che stiamo vivendo. Ci si poteva aspettare di finire in basso, ma non in basso come lo siamo adesso, sull’orlo di guerre, con tutto quello che stiamo passando: siamo tutti separati, gli uni contro gli altri, è pieno di schieramenti, ognuno ha ragione e gli altri hanno tutti colpa. Parla dello sconcerto che c’è nell’assistere a questa situazione di involuzione, attualmente siamo in una fase involutiva, però, come dicono altre nostre canzoni, tutto va a onde e quest’onda risale. Noi siamo in giro per portare positività, perché di questo c’è bisogno. Circola troppa paura. L’arte, il sogno, la positività, hanno sempre aiutato in queste circostanze. Allora suoniamo e cerchiamo di vibrare nei teatri in polarità opposta».

Canzoni per anni spietati contiene anche due omaggi: uno a Bob Dylan, l’altro a Francesco De Gregori con una vostra versione di Viva l’Italia.

«De Gregori per noi è una leggenda vivente, è effettivamente “il Principe”. Abbiamo avuto più contatti durante la carriera, ne siamo tutti appassionati. Ha scritto delle canzoni straordinarie e Viva l’Italia, in questo momento, ci sembra uno dei suoi capolavori più appropriati per il nostro concerto. E anche perché, da quando lo conosco, gli chiedo: “Francesco, perché non fai Viva l’Italia dal vivo”?».

L’album è stato anticipato dal brano Non esistono innocenti amico mio, che spinge a una riflessione fin dal titolo.

«Fondamentalmente, tutti sono convinti di avere ragione, ma in realtà non esistono innocenti. Se non si capisce questo, non si riesce neanche a ripartire».

In Abruzzo avete girato anni fa il videoclip di La tua canzone. Che legame avete con questa regione?

«Per me è un legame fortissimo e indimenticabile. Ricordo benissimo quei due giorni che abbiamo passato lassù a Campo Imperatore: è stato quasi mistico, un’esperienza indimenticabile. Ne è uscito un video pieno di poesia. Da allora, sogno di tornare a rivedere quei posti».

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