Niccolò Fabi a Pescara, l’intervista: «Oggi la parola “libertà” contiene tantissime cose»

Domenica 26 ottobre arriva in città, al Teatro Massimo, la tappa del tour 2025. In scaletta le hit e i brani dell’album registrato in Trentino
PESCARA. Un disco registrato in uno chalet, tra le montagne della Val di Sole, con Emma Nolde, Roberto Angelini, Alberto Bianco, Cesare Augusto Giorgini, Filippo Cornaglia e Riccardo Parravicini. È «un esercizio di libertà lontano da qualsiasi aspettativa», qualcosa di «unico e irripetibile», Libertà negli occhi, il nuovo album di inediti che Niccolò Fabi sta portando in tour nei teatri di tutta Italia. Tra le tappe della tournée c’è anche Pescara: il cantautore tornerà a esibirsi al Teatro Massimo domenica 26 ottobre. Il concerto inizierà alle ore 21 (la serata è organizzata da Elite Agency Group, i biglietti sono disponibili su circuiti TicketOne e Ciaotickets).
La residenza artistica in montagna, racconta Fabi al Centro, «è stata sicuramente una possibilità di aggiungere alla scrittura delle canzoni un’esperienza umana bella, di registrare anche la vitalità che si sprigiona quando amici musicisti sono dieci giorni nella stessa stanza tutti insieme, tendenzialmente a divertirsi. Quindi, di aggiungere quella energia pulita a canzoni che di per sé non brillano per allegria». L’album, registrato dal 13 al 23 gennaio scorsi, è stato pubblicato su etichetta Bmg.
Nel titolo, due parole significative: libertà e occhi. Libertà legata a un modo di guardare le cose?
«Esattamente. Oggi la parola “libertà” contiene tantissime cose, a seconda del contesto in cui viene utilizzata. In questo caso, prima di andarlo a vedere nel macroscopico, nel sociale, mi è interessato soffermarmi sul modo di guardare le cose che ognuno di noi ha, libero da potenziali condizionamenti, stereotipi, responsabilità ulteriori, che un po’ somiglia allo sguardo che si ha quando si è piccoli, quando tutte queste connotazioni ancora non ci hanno sovrastato. Credo e spero ci sia tanto di quello sguardo nelle canzoni».
Il disco è uscito il 16 maggio, giorno del suo compleanno. Una scelta simbolica?
«Sì, per una serie di ragioni. Principalmente, perché l’ho vissuto come un regalo che mi sono fatto: questo viaggio e questa possibilità di registrare un disco non pensando che fosse un disco. Di solito quando si entra nelle maglie del mestiere, a volte si rischia di rimanere un po’ imbottigliati in un meccanismo piuttosto che in una libertà, appunto».
Tra i nove brani contenuti nell’album c’è Custodi del fuoco in cui canta di «un altro tempo» in arrivo. Che rapporto ha con il tempo che passa?
«È cambiato negli anni, inevitabile che sia così per tutti, a seconda di quello che plausibilmente è il tempo che hai davanti e quello che hai alle spalle. A 20 anni, al di là di tutte le imprevedibilità che ci sono nell’esistenza, hai un modo di guardare indubbiamente proiettato in avanti, alle possibilità che si possono presentare ogni giorno. Quando inizi a oltrepassare la metà, inevitabilmente avrai molto più tempo alle spalle di quanto ne avrai di fronte; la prospettiva cambia, non è detto che debba essere sempre nostalgica e triste, ma è indubbio che percepisci l’importanza delle cose in maniera diversa».
Durante le tappe del tour è possibile trovare la spilla con il Nastro rosa di Airc. Il video di Nessuna battaglia è uscito proprio a ottobre, il mese della prevenzione e della ricerca sul tumore al seno…
«Siccome la canzone è nata per raccontare il rapporto che ognuno di noi può avere con la malattia, soprattutto quando quella malattia mette a rischio la nostra sopravvivenza, mi è sembrato bello poterla mettere, in qualche modo, al servizio di questa sensibilizzazione. Ho pensato di affiancarmi alla Fondazione Airc per cercare di stimolare, anche con una canzone, all’ascolto del proprio corpo, alla prevenzione e alla ricerca».
Cosa può aspettarsi il pubblico di Pescara?
«Il principio è che ci sia un colore che contraddistingue questo concerto. Cerco di prendere, tra quelle scritte in questi anni di musica, le canzoni che sento di più, che stiano bene insieme, di creare un racconto che abbia un inizio e una fine.
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