Nina Zilli: «A mia figlia insegnerò a essere libera»

27 Novembre 2023

La cantante a Pescara per la Giornata contro la violenza sulle donne: sono sdegnata, non rassegnata

PESCARA. Prima "Cinquantamila", poi "L'uomo che amava le donne": si è aperto con due amatissimi successi il concerto a Pescara di Nina Zilli. La cantante ha partecipato alla serata al Circus per dire no alla violenza contro le donne. Un evento (gratuito) voluto dall’assessorato alle Politiche sociali guidato da Adelchi Sulpizio. In platea una sedia con una rosa appoggiata sopra: «Il pensiero va a tutte le donne che oggi non ci sono più», ha detto Sulpizio in apertura di serata, accolto sul palco insieme a Maria Luigia Montopolino, presidente della commissione Pari opportunità, da Paola De Simone che ha condotto l’appuntamento e curato la direzione artistica. «Ogni anno la statistica è la stessa, anzi forse quest’anno è anche peggiorata», ha detto Nina Zilli parlando di femminicidi, sottolineando il suo «sdegno» di fronte ai numeri. Ma mai, ha aggiunto, prova «rassegnazione» di fronte al fenomeno, «perché so che ci sono delle grandissime donne che lottano tutti i giorni, non solo il 25 novembre. Abbiamo bisogno, però, anche di grandissimi uomini», ha sottolineato perché «quando ci va bene ci sfregiano con l’acido, altrimenti si muore. Nella lotta alla violenza dovremmo essere tutti coesi». Il suo «no» è nelle canzoni, perché forte «è il potere della musica». «Il mio primo disco», ha ricordato l’artista, «è dedicato a tutte le femmine del mondo. Canto di me, per me, e quindi per tutte noi ed è una grande gratificazione quando mi dicono di riconoscersi nei miei testi. La musica per me è sempre una cura. A mia figlia», ha concluso, «insegnerò a essere accorta in un mondo che va veloce. Ma non le dirò mai di essere meno libera per essere più sicura o di limitare il suo modo di vestirsi: è un retaggio del patriarcato contestare chi indossa una minigonna. Di eroine ce ne sono state tante e ce ne vorranno ancora molte perché non si pensi più al gender e si arrivi alla meritocrazia vera».