Jane Russel con le prime calze color carne

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Nylon, 80 anni fa la rivoluzione delle gambe 

Il nuovo materiale fu scoperto nel 1935, le prime calze in vetrina nel maggio del ’40. E divennero irrinunciabili per le donne

La scena madre del film Il Laureato, in cui l’affascinante seppur matura Mrs Robinson, ovvero Anne Bancroft, seduta sul bordo del letto si sfila le calze di nylon, per sedurre il neolaureato Benjamin Braddock, interpretato da Dustin Hoffman, ha popolato i sogni erotici di intere generazioni maschili.
Le gambe perfette dell’attrice erano esaltate dal quel velo trasparente che lasciava scoprire la pelle con un gesto voluttuoso: le calze di nylon, la cui nascita è avvenuta 80 anni fa. In verità fu nel 1935 che Wallace Hume Carothers scoprì il nylon, materiale senza il quale le calze non sarebbero mai state realizzate. Carothers depositò il brevetto nel ’37, ma venti giorni dopo si suicidò, perdendo l’occasione di godersi il successo. Il termine nylon deriva da No-Run (non si smaglia) nome dato dai ricercatori. Ma alla DuPont non erano convinti del nome.
Si pensò d’invertire le vocali (Nuron) e poi di cambiare la parola in Nulon. Tuttavia, in base alla legge sulla protezione del marchio, non fu permesso di utilizzare questo nome, pertanto si continuò a cercare finché si approdò al termine Nylon. La ditta DuPont pubblicizzò la sua invenzione a partire dal ’38 mettendo in luce un suo possibile utilizzo per le calze da donna. Il 24 ottobre 1939 le prime calze di nylon fecero il loro ingresso sul mercato: 4000 paia di calze di nylon prodotte per eseguire il test di prova vennero vendute in poche ore. Dopo questa vendita di prova, il 15 maggio 1940, ebbe inizio la vendita ufficiale in tutto il Paese. Nei primi 4 giorni vennero venduti 4 milioni di paia di calze. Dopo il 1942, ossia dopo l’ingresso degli Stati Uniti nel secondo conflitto mondiale, il nylon assunse un nuovo ruolo.

La locandina del film Il Laureato con la scena madre di Mrs Robinson
Grazie alla sua resistenza, suscitò l’interesse delle forze armate, tanto che per la produzione di calze venne utilizzato quasi esclusivamente il nylon. Le calze di nylon diventarono così merce rara, usata sul mercato nero come moneta di scambio. Meno nota è la contemporaneità della scoperta del poliammide negli Usa, e in Germania, dove il prodotto venne chiamato Perlon. Il gruppo IG Farben, produttore del Perlon in Germania, venne smantellato dagli Alleati dopo la fine della guerra. Le calze fashioned cominciarono la loro marcia trionfale dagli States.
Nel 1945 la produzione e la vendita delle calze di nylon prese un nuovo slancio: a New York in sei ore vennero vendute oltre 50mila paia. La calza di nylon diventò così un accessorio irrinunciabile per le donne. Dive come Rita Hayworth e Jane Russel mostravano quanto fossero belle le gambe se si indossavano le calze di nylon. All’inizio, le calze avevano uno spessore compreso tra i 70 e 40 denari, che si ridusse fino ad ottenere, attorno al 1950, calze con una trasparenza pari a 10 denari. Negli anni ’50 e ’60 il nylon ha conosciuto tassi di crescita eccezionali. Indossare le calze di nylon con la cucitura dietro la gamba diventò un simbolo dei tempi. Quando però vennero introdotte le macchine per maglieria tubolare, le calze persero «la riga». Arrivano i collant.
Nel 1959 la ditta DuPont fece brevettare l'elastane con il nome Lycra, materiale con la proprietà di allungarsi fino a quattro volte la lunghezza originaria senza perdere la forma. Utilizzando nylon e lycra assieme è stato possibile, intorno al 1960, produrre i primi collant di nylon.
Il vantaggio dei collant è rappresentato dalla scomparsa del reggicalze, fino a quel momento indispensabile. La comparsa della minigonna favorì il cambiamento e fino agli anni '70 le giarrettiere furono sostituite dai collant. A partire dalla fine degli anni '90, la domanda di collant diminuì, a causa, da un lato, della comparsa di tessuti sempre più resistenti rispetto al nylon e alla lycra, e dall'altro alle nuove abitudini assunte dalle donne di portare calzini sportivi al posto dei collant di nylon, pantaloni al posto delle gonne. Poi c'è stato il momento della rinuncia ai collant anche d'inverno a 20 sotto zero a New York perché la moda imponeva gambe nude anche se si rischiava l'assideramento. Per fortuna questa stupida tendenza è finita. Al momento il mercato sembra essersi stabilizzato e le donne sembrano aver riscoperto che le calze sono un simbolo di femminilità.
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