PARLA CAPAREZZA: «L’EXUVIA TOUR CELEBRA UN RITO»

Il cantante apre Zoo Music Fest domani a Pescara Domenica arriva Marracash, il 10 agosto Cosmo
Non un semplice concerto, ma un vero e proprio spettacolo quello che Michele Salvemini, in arte Caparezza, ha messo su per Zoo Music Fest, la kermesse in programma al Porto Turistico, nell’ambito di Estatica. Un festival capace di unire musica indipendente, rap e nuove tendenze in un unico cartellone che sarà proprio Caparezza ad aprire domani sera alle 21, con il suo Exuvia Tour. Domenica 7 agosto sarà poi la volta di Marracash, lunedì 8 saliranno sul palco gli Psicologi - Drast (Marco De Cesaris) e Lil Kaneki (Alessio Akira Aresu), chiusura mercoledì 10 con Cosmo.
Il tour di Caparezza prende nome dal titolo delll’ultimo album Exuvia, uscito lo scorso anno. Un concept album che riflette sulla vita e sulle priorità, per una critica a un mondo sempre più regolato da automatismi e algoritmi. L’exuvia è in sintesi il termine che descrive la vecchia pelle dell’insetto dopo la muta. L’artista prende in prestito il termine scientifico per raccontare la sua personale trasformazione, il suo viaggio dal passato al presente. «L’exuvia», si è trovato a spiegare, «è ciò che rimane del corpo di alcuni insetti dopo aver sviluppato un cambiamento formale. Un calco perfetto, talmente preciso nei dettagli da sembrare una scultura, una specie di custodia trasparente che un tempo ospitava la vita e che ora se ne sta lì, immobile, simulacro di una fase ormai superata. La mia exuvia è dunque il percorso di un fuggiasco che evade dalla prigionia dei tempi andati per lasciarsi inghiottire dalla selva e far perdere le proprie tracce».
Sul palco, Caparezza dedica molto spazio alle canzoni contenute nel suo ultimo disco, ma dà anche voce ai suoi brani più iconici, come Vengo Dalla Luna, Una chiave, Fuori dal tunnel, Vieni a ballare in Puglia, China Town. Il supporto è di una bella squadra come Rino Corrieri (batteria), Giovanni Astorino (basso), Alfredo Ferrero (Chitarra), Gaetano Camporeale (tastiere) e Diego Perrone (voce).
Michele, qual è il concept di base che c’è dietro ai suoi concerti?
Più che semplice concerto, cerco un vero e proprio spettacolo anche grazie a scenografi, costumisti e performer, con allestimenti piuttosto particolari tra teli colorati, decorazioni, cartapesta, gigantografie e riproduzioni di dipinti. Quello che propongo è la celebrazione di un rito di passaggio: un percorso naturale che ho affrontato e che ora voglio condividere con i miei fan. La scenografia ha anche la funzione di proiettare musicisti e pubblico in una dimensione fanciullesca, andando a prenderci oltre due ore al di fuori dalla realtà del quotidiano.
In questa evoluzione hanno inciso gli ultimi due anni?
L'impossibilità di suonare dal vivo per lungo tempo ha significato parecchio, ma questo album segue una riflessione a sé, così come è stato per i lavori precedenti.
In scaletta c'è quasi tutto il suo nuovo album, questa scelta disorienta quei fan che magari non vedono l'ora di cantare i successi di sempre?
Al contrario, sembra che tanti di loro abbiano già confidenza con le nuove canzoni. Si crea sempre una bella atmosfera, senza aspettare i "classici".
Tanti suoi brani propongono un percorso avanti e indietro nel tempo, in un passato che la mente fa sempre nuovo, e un futuro che è sempre nostalgico.
Dico spesso che per natura siamo portati a riscrivere il passato "con una penna fantasy". Sarebbe bello poter rivivere il passato con la mente di quel passato. Cerco di affidarmi a riferimenti, citazioni letterarie per abbracciare questa dimensione.
Nel suo passato c'è qualche ricordo relativo all'Abruzzo? Quando ero piccolo andavo al mare a Silvi, oppure in montagna a Roccaraso. I ricordi sono diversi.