libri e coincidenze 

Peste e day after Ammaniti salva i bambini  in “Anna” (2015)

Se una cosa ci ricorda questa pandemia è che la natura è sempre più forte, più resistente dell’uomo. Non per nulla molti scrittori (e poi drammaturghi, registi di film e artisti diversi) da sempre...

Se una cosa ci ricorda questa pandemia è che la natura è sempre più forte, più resistente dell’uomo. Non per nulla molti scrittori (e poi drammaturghi, registi di film e artisti diversi) da sempre hanno raccontato e creato storie esemplari, tra cronaca e metafora, su pestilenze, epidemie e altri cataclismi che cancellano o quasi il genere umano dalla terra e ne mettono a nudo la sua vera natura. Allora questi romanzi, queste cronache di day after, queste supposizioni di arrivo al limite e di salvezza in extremis, con cui viviamo una qualche consonanza, possono essere qualcosa che ci aiuta a capire e riflettere su quel che ci sta accadendo in questo inizio 2020, magari a metabolizzarlo in qualche modo, così da ripartire, come si dice ora, sapendo almeno un poco di più chi siamo.
Ecco allora un libro in cui alcune coincidenze ci possono sembrare curiose, “Anna” di Niccolò Ammaniti (Einaudi), scritto nel 2015 e la cui idea, racconta l’autore, si lega all’epidemia della Sars, malattia respiratoria che percorse il mondo tra il 2003 e 2004. Il romanzo racconta di un morbo terribile, una pestilenza detta «la Rossa» (come quella narrata da Jack London o M.P. Shiel) che uccide tutti gli adulti e risparmia solo i bambini sotto i 14 anni (che è quello che salvo eccezioni fa il Covid-19), ma non solo, all’inizio si legge: Anna Salemi «lasciò il Podere del gelso il 30 ottobre 2020», perché tutto si svolge in questo nostro anno, con la protagonista che ha 13 anni. E si tratta di un virus che fa crescere la febbre sino a togliere il fiato e non far più respirare. Quanto basta per non smettere più di leggere. Siamo in Sicilia e la pandemia, nata in Belgio, ha ridotto le città a luoghi abbandonati, di edifici scheletrici, devastati dai saccheggi, pieni di cadaveri, e in questo panorama si muovono come bestie bambini inselvatichiti in perenne ricerca di cibo. Con loro girano branchi di cani randagi. Anna ha un’obiettivo in tanta tragedia, ritrovare il fratellino Astor. Al centro un incontro che mostra l’importanza e la forza dei sentimenti. Un romanzo nero, pulp, che vira al fiabesco, in un’ottica diversa da Il signore delle mosche di Golding, nell’indagare cosa farebbero i bambini, nella loro innocenza talvolta feroce, se restassero soli sulla terra.