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Simona Molinari: un disco di classici e poi in Abruzzo

Fra muri di vinili jazz e l'atmosfera di un party fra amici, la cantante invita gli ascoltatori nella sua dimora: uscirà il 4 dicembre il nuovo album “Casa mia”

MILANO. Fra muri di vinili jazz e l'atmosfera di un party fra amici, Simona Molinari invita gli ascoltatori nella sua dimora: uscirà il 4 dicembre “Casa mia”, album con cui la cantautrice aquilana mette da parte duetti e scrittura per tornare al suo primo amore per la canzone swing, rappresentata qui da dieci tracce classiche del repertorio popolare come Bewitched, resa famosa da Frank Sinatra, o Dream a Little Dream of Me dei Mamas and the Papas.

Dalla formazione accademica alle incursioni di standard nella sua discografia, il rapporto della cantante con il jazz è sempre stato stretto, ma un progetto come il recente tributo teatrale e musicale alla Fitzgerald, “Loving Ella” ha riavvicinato artisticamente la Molinari alle sue origini.

«Inizialmente mi era stato proposto di trasformare quello spettacolo in un disco, ma ho preferito assecondare lo spirito da interprete di Ella che sapeva assecondare il pubblico con i brani più vari», racconta la cantante.

Il disco passa così dal più classico swing di Puttin on the Ritz ai ritmi tropicali di Never Do a Tango With an Eskimo: «Ho pensato alla scaletta come a quella di uno show: nel jazz si rischia qualche volta di cantarsi addosso, ma come genere nasce per la danza e deve essere pura comunicazione con il pubblico».

Negli arrangiamenti, la Molinari non teme di allontanarsi dal canone per contaminarsi con lo stile pop ed electroswing elaborato nei suoi dischi, come si sente soprattutto in Quizás: «Tornare a casa per me significa interpretare queste canzoni con la certezza di aver trovato una mia voce: senza questa non avrei fatto altro che scimmiottare le grandi del passato».

Una voce che, intesa come strumento, si mette in mostra in particolar modo sui due brani più cari alla cantante, Mr Paganini e il primo singolo da ieri in rotazione, Smoke Gets In Your Eyes.

Altro elemento fondamentale del disco è l'accompagnamento realizzato dalla Mosca Jazz Band di Simona Molinari insieme con l'orchestra di Ennio Morricone Roma Sinfonietta. «Non avevo mai fatto un album intero con un'orchestra sinfonica», racconta la cantante, «cercavo qualcosa di più unico e tipicamente italiano delle big band: con loro la cosa più bella è stata sentirsi amplificatrice dell'energia che si generava alle mie spalle».

Non a caso l'artista sta già preparando un tour che, dopo un'anteprima il 18 dicembre all'Aquila e una ripresa a marzo con il supporto del suo trio e di un quartetto d'archi, dovrebbe rivederla accanto alla Roma Sinfonietta per tre date a Roma, in Umbria e a Pescara: «Ma il mio sogno sarebbe passare di città in città per suonare con le orchestre sinfoniche locali, un patrimonio italiano spesso dimenticato che eccelle nei piccoli centri».

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