Sogni, incubi e bestiari: al Maxxi la grande mostra sui mutamenti della Terra
Inaugurata all’Aquila “Diario notturno”, titolo ispirato a Ennio Flaiano Pietromarchi: 13 artisti costituiscono l’avanguardia di una nuova sensibilità
L’AQUILA. «Abbiamo riunito artisti che si pongono oggi come l’avanguardia di una nuova sensibilità estetica nella comprensione delle sempre più complesse dinamiche del mondo attuale». Queste le parole di Bartolomeo Pietromarchi curatore, insieme a Fanny Borel e Chiara Bertini del nuovo allestimento del Maxxi L’Aquila, “Diario notturno, Di sogni, incubi e bestiari immaginari”, inaugurato ieri e aperto al pubblico sino al 3 marzo. La mostra, che omaggia nel titolo “Diario notturno” (1956), uno dei capolavori di Ennio Flaiano, accoglie le opere di 13 artisti internazionali.
All’interno della mostra, in continuità con l’atmosfera onirica e visionaria delle opere esposte nelle prime sale, si inserisce il progetto di Giuseppe Stampone che reinterpreta alcuni luoghi significativi del territorio abruzzese attraverso disegni su carta e su legno. Le sue opere sono poi poste in un dialogo con le fotografie di Scanno provenienti dalla Collezione Franco e Serena Pomilio e realizzate da Henri Cartier-Bresson, Mario Giacomelli, Hilde Lotz-Bauer, Gianni Berengo Gardin, Mimmo Jodice e Ferdinando Scianna.
«Un’arte profondamente influenzata dall’ambiente digitale», prosegue Pietromarchi, «che si interroga sulle trasformazioni e i mutamenti antropologici e culturali in atto». Già dalla scalinata che conduce al piano nobile di Palazzo Ardinghelli, figure enigmatiche accolgono il visitatore: The Stuffed Shirt Chorus di Anna Franceschini, una stira-camicie antropomorfa protagonista di una coreografia programmata dall’artista attraverso un algoritmo, e The oldest e Macello, due sculture innestate in protesi artificiali di Giulia Cenci che animano il corridoio finestrato.
La prima sala accoglie l’universo ironico, criptico e malinconico di Valerio Nicolai con tre dipinti, rebus in cui elementi architettonici fantastici sono immersi in un nonsense. Le tele sono in dialogo con opere fotografiche di Caterina De Nicola e con due surreali sculture della serie Yet Another Unrealistic Standard, in cui gli elementi realizzati dall’artista costituiscono un espediente per riconfigurare il manichino. Nella seconda delle sale barocche, il visitatore entra in una dimensione marina abitata dall’opera I Carry You Inside Me di Bea Bonafini e dalla scultura Draco Piscis, alter ego dell’artista Agnes Questionmark. Nel salone centrale del museo, Numero Cromatico presenta la nuova opera interattiva e attraversabile Resterai con me per tutta la notte. La sala attigua alla voliera è abitata dalle figure di Guglielmo Castelli che nei suoi quadri evoca un mondo esistenziale, solitario, puerile e distopico. Una voce soave attira il visitatore nella sala successiva: è Ludwig di Diego Marcon, un bambino dai capelli biondi intrappolato in un’azione di pochi minuti in un loop ossessivo.
Ancora una video animazione, The End of Eating Everything di Wangechi Mutu, accoglie il visitatore in un’altra delle piccole sale attigue alla voliera, proponendo una riflessione sul tema dello sfruttamento sregolato delle risorse della Terra e di cui è protagonista la cantante Santigold.
I suoni disturbanti dell’opera introducono il bestiario surreale e ironico dei disegni onirici di Thomas Braida. Dopo la sezione dedicata a Scanno, Diario notturno torna con le sue suggestioni nelle ultime sale: il visitatore è proiettato nel deep web con la video installazione immersiva Counterfeit Poasts di Jon Rafman, e poi condotto, attraverso l’installazione Planète di Alice Visentin. Chiudono il percorso espositivo le tre sculture cinetiche di Anna Franceschini. Fino al 7 gennaio, la Project Room e la Fondazione de Marchis ospitano un'allestimento diffuso in omaggio a Tiziana Fusari (1951-2012).
All’interno della mostra, in continuità con l’atmosfera onirica e visionaria delle opere esposte nelle prime sale, si inserisce il progetto di Giuseppe Stampone che reinterpreta alcuni luoghi significativi del territorio abruzzese attraverso disegni su carta e su legno. Le sue opere sono poi poste in un dialogo con le fotografie di Scanno provenienti dalla Collezione Franco e Serena Pomilio e realizzate da Henri Cartier-Bresson, Mario Giacomelli, Hilde Lotz-Bauer, Gianni Berengo Gardin, Mimmo Jodice e Ferdinando Scianna.
«Un’arte profondamente influenzata dall’ambiente digitale», prosegue Pietromarchi, «che si interroga sulle trasformazioni e i mutamenti antropologici e culturali in atto». Già dalla scalinata che conduce al piano nobile di Palazzo Ardinghelli, figure enigmatiche accolgono il visitatore: The Stuffed Shirt Chorus di Anna Franceschini, una stira-camicie antropomorfa protagonista di una coreografia programmata dall’artista attraverso un algoritmo, e The oldest e Macello, due sculture innestate in protesi artificiali di Giulia Cenci che animano il corridoio finestrato.
La prima sala accoglie l’universo ironico, criptico e malinconico di Valerio Nicolai con tre dipinti, rebus in cui elementi architettonici fantastici sono immersi in un nonsense. Le tele sono in dialogo con opere fotografiche di Caterina De Nicola e con due surreali sculture della serie Yet Another Unrealistic Standard, in cui gli elementi realizzati dall’artista costituiscono un espediente per riconfigurare il manichino. Nella seconda delle sale barocche, il visitatore entra in una dimensione marina abitata dall’opera I Carry You Inside Me di Bea Bonafini e dalla scultura Draco Piscis, alter ego dell’artista Agnes Questionmark. Nel salone centrale del museo, Numero Cromatico presenta la nuova opera interattiva e attraversabile Resterai con me per tutta la notte. La sala attigua alla voliera è abitata dalle figure di Guglielmo Castelli che nei suoi quadri evoca un mondo esistenziale, solitario, puerile e distopico. Una voce soave attira il visitatore nella sala successiva: è Ludwig di Diego Marcon, un bambino dai capelli biondi intrappolato in un’azione di pochi minuti in un loop ossessivo.
Ancora una video animazione, The End of Eating Everything di Wangechi Mutu, accoglie il visitatore in un’altra delle piccole sale attigue alla voliera, proponendo una riflessione sul tema dello sfruttamento sregolato delle risorse della Terra e di cui è protagonista la cantante Santigold.
I suoni disturbanti dell’opera introducono il bestiario surreale e ironico dei disegni onirici di Thomas Braida. Dopo la sezione dedicata a Scanno, Diario notturno torna con le sue suggestioni nelle ultime sale: il visitatore è proiettato nel deep web con la video installazione immersiva Counterfeit Poasts di Jon Rafman, e poi condotto, attraverso l’installazione Planète di Alice Visentin. Chiudono il percorso espositivo le tre sculture cinetiche di Anna Franceschini. Fino al 7 gennaio, la Project Room e la Fondazione de Marchis ospitano un'allestimento diffuso in omaggio a Tiziana Fusari (1951-2012).