La consegna delle virtù al ristorante “Dispensa” del Des Artistes di piazza Martiri a Teramo, con il proprietario Giulio Mercante

1 maggio

Tradizioni: la prima volta di Cocullo senza serpari e deserta, e le virtù sono take away

Le festa di San Domenico celebrata solo con una messa in diretta fb. Il piatto teramano si adegua alle ordinanze. E a Giulianova sopravvive l'omaggio ai proletari caduti di tutte le guerre

PESCARA. Quanto è diverso il 1 maggio in Abruzzo con il coronavirus. A Cocullo non c'è nessuno dei 20mila spettatori accorsi fino all'anno scorso in occasione della festa dei serpari, in onore di San Domenico, e nota nel mondo.

Così come nel Teramano non c'è nessuno seduto nei ristoranti per assaggiare e gustare le tradizionali virtù. No, a Cocullo la festa conserva solo il suo carattere religioso con una cerimonia prevista dalle ore 17 celebrata in diretta fb dal vescovo Michele Fisco. E' la prima volta che Cocullo rimane vuota per San Domenico. Gli "storici" locali dicono che non è mai avvenuto, neanche in tempo di guerra e ricordano pure come nel 2009, anno del terremoto, gli abitanti riuscirono a partecipare ad una funzione molto ristretta malgrado le strette misure di sicurezza.

Anche nel Teramano il rito delle virtù si "adegua" ma riesce a sopravvivere alle misure di prevenzione contro il contagio grazie al servizio a domicilio e/o da asporto. Sì, le virtù sopravvivono grazie al "take away", parola quest'ultima che in realtà sembra stonare accanto a un piatto così antico e popolare. Ma tant'è, bisogna fare di necessità... virtù.

La preparazione delle virtù dello chef Sabatino Lattanzi del ristorante Zunica di Civitella (foto di Luciano Adriani)

E allora ecco che la formula da asporto sembra funzionare pur di rispettare la tradizione. In tanti sono rimasti in fila davanti alle cucine per ritirare un piatto caldo di virtù e portarlo a casa. E tutto in osservanza delle ordinanze regionali che consentono il servizio da asporto nel rispetto delle distanze sociali e con l'impiego di guanti e mascherine.

Il coronavirus cambia ma non ferma neanche un'altra tradizione. Questa volta siamo a Giulianova dove di prima mattina sono stati omaggiati i proletari vittime delle guerre.

I partecipanti alla cerimonia di Giulianova Non c'è stato a causa delle norme anti-contagio il tradizionale corteo, ma soltanto la seconda parte di questo appuntamento che ha visto la deposizione della corona di fiori, rossi, sulla lapide. Le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil hanno così voluto salvaguardare simbolo e memoria con una manifestazione sobria ma ricca di significato in occasione anche del centenario del monumento. Le iniziative che erano state programmate erano ben diverse, ma per questa volta ci si è dovuto accontentare.

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