Avezzano

Abruzzo Pride, il consigliere Simonelli e le offese ai partecipanti: «I maiali nelle stalle»

23 Giugno 2025

Sotto accusa le parole del consigliere all’indirizzo dei partecipanti. «Offesa volgare e gratuita»

AVEZZANO. Monta il caso Simonelli. Nella mattinata di ieri una nota a firma del consigliere di maggioranza del Comune di Avezzano, Nello Simonelli. Una riflessione personale rispetto all’evento regionale del Pride, di scena proprio lungo le strade della città marsicana nella giornata di sabato. Al culmine della quale fa riferimento a «comportamenti da maiali».

«Se, in una giornata qualunque», commenta, «senti il bisogno di denudarti in piazza per “affermare te stesso”, con dei bambini a un metro da te, ai margini della società ci devi restare. E non conta se sei eterosessuale, omosessuale, bianco o nero. Si chiama decenza. E chi si comporta da maiale, stia nella stalla. Il messaggio delirante di sabato è stato avallato da esponenti del Partito democratico, che da tempo ha scelto di posizionarsi ai margini della società reale, quella fatta di famiglie, di lavoro, di responsabilità. Non credo che Armani, Dolce, Gabbana, Freddie Mercury, Elton John o Gianni Versace abbiano mai creduto alla favola dei “margini della società”. Anzi. Viva la nostra società. Viva chiunque, con sobrietà e rispetto, sceglie di esserne protagonista e non problema».

Parole che hanno innescato l’immediata reazione di Fabrizio Giustizieri e Rosalia Tangredi di Sinistra Italiana-Alleanza Verdi. «Esprimiamo sdegno e preoccupazione per le parole usate dal consigliere Simonelli. Definire “maiali” le persone che ieri hanno sfilato pacificamente significa usare un linguaggio non consono al ruolo istituzionale che ricopre. Non è solo un’offesa volgare e gratuita, ma anche un attacco simbolico a quei valori di inclusione, rispetto e autodeterminazione che il Pride rappresenta. Ci chiediamo poi perché a pronunciarsi in modo così violento contro la manifestazione sia proprio Simonelli, che immaginiamo essere un uomo eterosessuale, perfettamente a proprio agio nel vivere pubblicamente la propria identità. Il gioco retorico di citare nomi celebri o situazioni isolate non regge. Il problema non è l’eccezione, ma la quotidianità. La discriminazione si annida nella vita dell’operaio, dell’insegnante, dell’infermiere, dello studente; la discriminazione è nella paura di una carezza, di un gesto affettuoso, di una parola detta ad alta voce. È lì che il Pride porta luce. Le parole contano e quando a usarle è un rappresentante delle istituzioni, il danno è ancora più grave», concludono. 

NELLA FOTO IL CONSIGLIERE NELLO SIMONELLI