processo sulla “Truffa della neve”

«Accuse troppo generiche», tutto da rifare

L’AQUILA. Il giudice unico Giuseppe Nicola Grieco, accogliendo un’eccezione degli avvocati Guglielmo Santella e Ferdinando Paone, sull’indeterminatezza del capo di imputazione, ha imposto la...

L’AQUILA. Il giudice unico Giuseppe Nicola Grieco, accogliendo un’eccezione degli avvocati Guglielmo Santella e Ferdinando Paone, sull’indeterminatezza del capo di imputazione, ha imposto la retrocessione in Procura degli atti di un processo noto come la “truffa della neve”. Cosi fu denominato quando vennero a galla presunte illiceità nell’ambito di lavori commissionati dalla Provincia per ripulire le strade e riaprirle dopo le abbondanti nevicate del 2012.

Sotto accusa ci sono Gianfranco De Meo, all’epoca dei fatti responsabile dell’autoparco per il settore della viabilità, il dirigente Francesco Fucetola ora in pensione, il capocantiere Antonio Letterio, suo figlio Pietro, amministratore della ditta Ledisa, Felice De Bernardini e Gilles Panepucci, entrambi titolari di ditte.

Gli altri sospettati (ora solo indagati se è vero che gli atti tornano dal pm) sono assistiti dagli avvocati Pina Meco, Alessandra Spadolini, Alessandro Piccinini, Morena Scopano. In sostanza, il giudice non ha esitato ad accogliere la tesi per la quale quanto scritto nel capo di imputazione è talmente vago e indefinito, al punto da rendere impossibile l’esercizio del diritto alla difesa. L’accusa, che si era opposta all’eccezione, dovrà ora rifare i capi di imputazione e chiedere di nuovo il rinvio a giudizio se lo riterrà opportuno.

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