Addio a Luigi Cataldi Madonna, il “Professore” e eccellenza dei vini d’Abruzzo si è spento a 69 anni

È morto a 69 anni per un malore. Aveva ereditato la cantina dal padre Antonio rilanciando il marchio creato dal nonno, il Barone Luigi, negli anni ’20 ad Ofena, a ridosso del Gran Sasso
Addio a Luigi Cataldi Madonna, eccellenza dei vini d'Abruzzo. Un filosofo oltre che vignaiolo e imprenditore. Aveva 69 anni. Aveva ereditato la cantina dal padre Antonio rilanciando il marchio creato dal nonno, il Barone Luigi, negli anni ’20 ad Ofena, a ridosso del Gran Sasso. Amava dire che «per fare un vino bisogna prima pensare, e senza un pensiero non si può fare un vino. Il pensiero, come l’arte, moltiplica la natura».
La sua “scoperta” del vitigno autoctono del Pecorino ha segnato la storia del Vino abruzzese e anche italiano. La valorizzazione del Cerasuolo d’Abruzzo è stata un’altra sua intuizione geniale. Alcuni vini da lui prodotti ad Ofena sono stati premiati in mezzo mondo. Luigi cataldi Madonna era per tanti il professore considerati gli anni d'insegnamento all'Università dell'Aquila in Filosofia, la materia in cui lui amava affondare tra i libri.
«Un “Professore” che amava i suoi studenti e la filosofia. Li amava quanto la campagna di Ofena, un “forno” sotto il freddo del Gran Sasso, che creava il terroir ideale per le sue innovazioni con la produzione di vini straordinari, noti e premiati in tutto il mondo», ricorda l'ex segretario Cgil e deputato Gianni Melilla risalendo agli anni 70 in cui lo conobbe nel Movimento Studentesco a Pescara, «quando era un giovane militante di sinistra generoso e colto». «Partecipava», aggiunge, «con grande entusiasmo alle tante iniziative di lotta di quegli anni formidabili. La sua cultura classica lo guidò in un percorso di studi rigoroso e di livello internazionale. È stato un importante docente di filosofia all’Universitá dell’Aquila». Melilla rammenta di Luigi Cataldi Madonna la grande convivialità, la smisurata cultura classica, il rispetto verso il lavoro manuale, in particolare quello nelle terre e nei vigneti. «L’intero Abruzzo ha perso un filosofo un vignaiolo e un imprenditore di grande qualità professionale e umana. L’Università dell’Aquila e l’agricoltura abruzzese gli devono molto per il suo straordinario impegno professionale». «Sono vicino», conclude l'ex deputato, «al dolore di sua figlia Giulia e dei suoi familiari. E anche al dolore di quella comunità di giovani studenti pescaresi che negli anni 70 difendeva la democrazia e si batteva per una società più giusta ed umana».

