Addio all’operaio della Tekneko: tifosi del Luco e amici in lacrime 

Folla ai funerali del 42enne stroncato da un malore. Sulla bara la sciarpa biancazzurra dell’Angizia Un’amica dal pulpito: «Ci hai insegnato a sorridere, d’ora in poi lo faremo come piaceva a te»

LUCO DEI MARSI. Un corteo con centinaia di familiari, amici, tifosi dell’Angizia e conoscenti ha accompagnato Americo Di Girolamo nel suo ultimo viaggio per le strade della sua amata Luco. L’operaio di 42 anni è scomparso lunedì mattina in seguito a un malore. Era uscito in auto per fare delle commissioni e poi recarsi nel sito Tekneko del nucleo industriale di Avezzano dove lavorava da un anno. Un malore improvviso, però, lo ha spinto a tornare a casa ed è morto proprio tra quelle mura dove aveva vissuto momenti di gioia con la moglie Anna Rosa e i due figli. A nulla sono valsi i tentativi di rianimarlo.
I ricordi delle sue risate e delle sue battute ironiche ieri sono stati accompagnati dalla lacrime di quanti l’hanno amato. A piedi, dalla sua abitazione nel rione “Le campane”, una folla commossa l’ha accompagnato fino alla chiesa di Santa Maria delle Grazie. Sulla bara un cuscino di fiori e la sciarpa biancazzurra dell’Angizia Luco, la squadra di Eccellenza abruzzese alla quale era particolarmente legato. Don Giuseppe Ermili, parroco di Luco, ha accolto la salma dicendo apertamente che «questo è uno di quei funerali che non avrei mai voluto celebrare». Anche il sacerdote, rivolgendosi alla moglie Anna Rosa, ha ricordato la simpatia e l’allegria del 42enne, ma anche la sua grande passione per il calcio e per questo evidenziato che «ora Americo è pronto per giocare la partita più importante davanti al Signore».
La chiesa vicino al cimitero del paese era stracolma, come del resto il piazzale antistante. C’erano i familiari, gli amici del ‘77, la sindaca Marivera De Rosa e gli amministratori e i colleghi della Tekneko, la società per la gestione dei rifiuti.
Prima della benedizione finale, un’amica ha rotto il silenzio ed è salita sul pulpito per salutare a nome di tutta la sua comitiva il loro Americo. Difficile per lei e per tutti i presenti trattenere le lacrime davanti ai ricordi e alle parole cariche di affetto.
«Ci hai insegnato a sorridere», le parole della donna, «d’ora in poi lo faremo, proprio come piaceva a te».
Un applauso spontaneo ha accolto la bara all’uscita della chiesa, quando sono partite le note di Angels di Robbie Williams, mentre qualcuno sussurrava: «Quando l’amore muore, invece io mi innamoro di un angelo».
A piedi, infine, familiari e amici hanno accompagnato la salma verso il cimitero comunale.
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