Affitti Piano Case e Map Cialente: no al tutto gratis

Il sindaco difende il censimento destinato agli assegnatari degli alloggi provvisori «Giusto che ciascuno degli inquilini partecipi ai costi di manutenzione e gestione»

L’AQUILA. «Nessuno vuole trattare le persone da sudditi, ma chiediamo loro di comportarsi da cittadini». Solita verve del sindaco, nel replicare al Consiglio civico aquilano che ha messo sotto accusa il nuovo censimento destinato agli assegnatari degli alloggi provvisori nel Progetto Case e nei Map. La ricognizione riguarda circa 5600 nuclei familiari, per un totale di oltre 14mila persone. I termini per la presentazione del modulo richiesto dal Comune scadono il 4 novembre. Ma finora sono in pochi ad aver provveduto. E c’è chi contesta l’iniziativa, perché già effettuata in passato. «Quei dati», dicono i rappresentanti degli inquilini, «sono già noti». Ma nel censimento, questa volta, viene chiesto di conoscere anche il reddito Isee delle famiglie, in modo da formulare i nuovi canoni di locazione per gli affittuari e il contributo spettante ai proprietari ante-sisma. «I dati in nostro possesso», dice il sindaco Massimo Cialente, «sono quelli del primo censimento dell’agosto 2009. Certo, successivamente abbiamo cercato di seguire e registrare i cambiamenti e le modifiche, ma è un lavoro complicato, lungo, e che spesso richiede l’aiuto dei nuclei familiari. In quattro anni succede di tutto: nascono bambini, persone si sposano, trovano lavoro altrove, altri tornano, purtroppo qualcuno muore. Certo, questi dati li abbiamo (quasi tutti, perché molti trasferimenti non ci vengono comunicati), ma quanto tempo e quante persone servirebbero per andare a rivedere posizione per posizione, gli oltre 5600 nuclei familiari? Tempo, personale e quindi risorse anche finanziarie. Il tutto, perché questi cittadini si sentono sudditi? Non possono impiegare 30 minuti della loro vita per darci dati necessari e aggiornati? Tanto paga Pantalone. Io non ci sto! Nessuno vuole trattare le persone da sudditi, ma gli chiediamo di comportarsi da cittadini».

La ricognizione potrebbe servire, secondo Cialente, anche per stanare gli ennesimi «furbetti» del terremoto. «Chiediamo l’Isee», aggiunge il sindaco, «ma lo chiediamo a chi ritiene di dover essere aiutato a far fronte alle proprie difficoltà economiche. È un aiuto che assicuriamo ai nuclei più deboli. Ancora, chiediamo la presunta data di rientro nell’abitazione. Vero, è un dato che potremmo ricavare. Ma perché dobbiamo mettere per giorni i nostri funzionari a fare questo lavoro di incrocio? Non vorrei che ci fosse dietro la volontà di non far uscire allo scoperto situazioni poco limpide. Vi ricordate le polemiche che vi furono quando nel 2011 facemmo il censimento per il Cas? Ebbene, alcune migliaia di persone non parteciparono, poiché non ne avevano più diritto. Li stanammo, cosa non facile rispetto a dati che ci possono essere tenuti nascosti. Il censimento serve per programmare i prossimi passi, sia per la gestione del Progetto Case e Map sia per cercare di capire come potremo rispondere alla disperata domanda di alloggi delle famiglie meno fortunate e degli studenti universitari». Replica anche per chi teme che il censimento possa essere prodromico al pagamento di un canone di compartecipazione, come del resto già previsto: «Il Progetto Case e i Map», sottolinea Cialente, «hanno costi di gestione, sono un condominio grande come una città. È giusto che chi li occupa partecipi alla loro manutenzione e ai costi, condominiali e di gestione. Lo dovranno fare gli affittuari, ma anche i proprietari. Capisco che chi è proprietario magari sta pagando un mutuo, ma un mutuo lo sta pagando anche chi era in casa A, B o C. Non si può pretendere di avere ancora tutto gratis».

Romana Scopano

©RIPRODUZIONE RISERVATA