Una protesta dei motociclisti aquilani per le strade rotte

L'AQUILA

Altre strade chiuse alle moto, sale la protesta

Inagibile per buche e scarsa manutenzione anche la Turanense. Nuova denuncia contro la Provincia

L'AQUILA. «Al solo fine di giustificare il disastroso operato del dirigente Francesco Bonanni, la Provincia ha chiuso anche la Turanense, impedendo il valico di Monte Bove a moto e bici». È la nuova denuncia del presidente dell'associazione Motociclisti Aquilani, Massimiliano Mari Fiamma, direttore generale di Apindustria L'Aquila, sulla chiusura, per motivi di sicurezza, di una trentina di arterie provinciali, in seguito a un incidente che, nelle scorse settimane, causò la morte di un centauro caduto a causa di una buca lungo una strada nei pressi di Barrea (L'Aquila). Il provvedimento che riguarda «strade montane di pregio che attraggono turisti» ha fatto divampare polemiche finite anche a livello nazionale: Mari Fiamma chiede l'intervento del vicepresidente della giunta regionale, Giovanni Lolli, «per portare a più miti consigli la Provincia».

«Continua la follia amministrativa della Provincia che, dopo aver distrutto l'economia dell'area di Campotosto, aver gravemente danneggiato quella del Parco nazionale d'Abruzzo e dell'Altopiano delle Rocche, ora ha preso di mira la Piana del Cavaliere» si legge nella nota di Mari Fiamma. Per il presidente dei motociclisti, dopo 36 giorni dall'emissione dell'ordinanza «la situazione non solo non è migliorata, ma sta peggiorando in modo irreversibile dato che ci si sta concentrando sull'eliminazione della responsabilità di dirigenti a danno di un'intera comunità».

«Ancora una volta si è preferito vietare piuttosto che agire, come sta facendo l'Anas sulla statale 80, tratta delle Capannelle, dove si procede a riasfaltare alternando il senso e apponendo cartelli di limitazione di velocità, ribadendo così una sconfitta che riguarda le persone che hanno apposto le firme sulle ordinanze, ma anche un'intera regione ormai allo stremo»  spiega ancora.  «La situazione è fuori controllo, per questo abbiamo ufficialmente chiesto un intervento anche di Giovanni Lolli. Torniamo però a chiedere comunque al presidente Caruso uno sforzo di buon senso per ripensare questa strategia del terrore, facendo qualche passo indietro».