Ambulanza in ritardo, c’era un’emergenza

Il dottor Bianchi (118): tempestivi i soccorsi al sindaco di Tagliacozzo, polemiche strumentali

TAGLIACOZZO. Il malore del sindaco Maurizio Di Marco Testa e il ritardo dell’arrivo dell’ambulanza provocano la reazione del 118. Il responsabile provinciale, il dottor Gino Bianchi, ricostruisce la vicenda. «Sabato sera ero in servizio attivo nella centrale operativa del 118 e in prima persona ho gestito il servizio. Intorno alle 22 giunge richiesta da parte del medico del Pronto soccorso di Tagliacozzo di un’ambulanza, con infermiere a bordo, per il trasporto di un paziente che doveva eseguire un esame ecografico all’ospedale di Avezzano. Mi sono attivato nel chiamare il personale reperibile (autista e infermiere) per inviarlo a Tagliacozzo ed eseguire il servizio richiesto. Ricordo a tal proposito che a quell’orario il personale addetto ai trasporti non opera in servizio attivo, ma in reperibilità. Secondo il regolamento interno a questa Asl il lavoratore (a qualunque categoria appartenga) deve rispondere alla chiamata entro mezz’ora. Questo è un diritto sacrosanto dei lavoratori, sancito da norme contrattuali».

«Giunti al Pronto soccorso di Avezzano», aggiunge, «per prendere l’ambulanza e proseguire per Tagliacozzo, l’equipaggio si è dovuto trattenere perché doveva trasferire con urgenza un paziente neurologico al presidio di Sulmona. In questi casi si dà la precedenza al servizio più urgente, con il medesimo meccanismo del triage ospedaliero che dà la precedenza ai codici rossi rispetto a quelli gialli e a quelli verdi, per cui i tempi di attesa di questi ultimi sono naturalmente più lunghi. Tuttavia, nel dirottare il primo equipaggio chiamato per questo nuovo servizio ritenuto più urgente, ci siamo attivati nel chiamare gli operatori reperibili in seconda. I quali, non appena giunti ad Avezzano e aver preso un’altra ambulanza, si sono diretti a Tagliacozzo per effettuare il servizio precedentemente richiesto». Nessun disservizio, quindi; nessun ritardo di sorta, per Bianchi, «ma soltanto la sopravvenienza di un servizio più urgente che ha avuto la precedenza sul primo».

«Sinceramente», precisa, «avrei avuto a disposizione una scorciatoia. Come è noto, all’ospedale di Tagliacozzo insiste una postazione 118 medicalizzata, attiva h24, a disposizione sia per gli interventi territoriali che per i trasporti in emergenza verso altri ospedali. Immaginando che qualche polemica sarebbe insorta, avrei potuto servirmi di quel mezzo. Ma, per l’appunto, quell’ambulanza si trova lì per garantire i trasporti in emergenza, e l’effettuazione di un esame ecografico non rientra in questa fattispecie. Cosa si sarebbe detto se avessi utilizzato l’ambulanza del 118 per il trasporto di un paziente che doveva eseguire un esame ecografico, e nel frattempo ci fosse stato un infarto a domicilio di qualunque abitante di Tagliacozzo e dintorni?».

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