Amiternum, torna alla luce una cattedrale longobarda

La scoperta avvenuta durante la terza campagna di scavi a San Vittorino Le indagini condotte dal professor Redi riprenderanno la prossima estate

L’AQUILA. Una cattedrale di epoca longobarda, risalente al VII secolo, sorgeva nella zona dell’anfiteatro romano di Amiternum, a pochi passi dal fiume Aterno. È l’eccezionale scoperta venuta alla luce durante la terza campagna di scavo a San Vittorino, condotta dallo staff del professore Fabio Redi, docente di Archeologia medievale dell’Università dell’Aquila. Le indagini erano partite già l’anno scorso, quando era stata trovata una necropoli medievale all’interno dell’antica città: una ventina di sepolture risalenti al XII secolo, la traccia, probabilmente, di un’area cimiteriale di pertinenza di una cattedrale. L’esistenza della basilica è attestata indirettamente soltanto in alcuni testi antichi che parlano di vescovi della città dal IV-V secolo e di una chiesa dedicata a Santa Maria. Nei pressi dell’anfiteatro c’è un boschetto che viene chiamato appunto Campo Santa Maria. È proprio lì che gli archeologi hanno concentrato le indagini. «In quella zona, vicino all’anfiteatro, abbiamo trovato una grande basilica a tre navate, con l’abside semicircolare, che guarda verso occidente, del periodo longobardo», spiega Redi. «La larghezza è di circa 11-12 metri ed è possibile prevedere che la lunghezza, seppure non sia stata scavata completamente, raggiunga i 25 metri. Abbiamo trovato inoltre molti frammenti di sculture longobarde». Durante lo scavo sono spuntate anche due epigrafi romane, reimpiegate all’interno dell’edificio, che dovranno essere studiate e interpretate. «Anche se non è stata trovata la cattedra vescovile, ci sono chiare tracce del presbiterio (parte della chiesa riservata al clero e l’altare)», continua Redi. «Possiamo dire quasi con certezza che quella rinvenuta è l’antica cattedrale di Amiternum».

Nella zona ci sono anche i resti di una fornace per la realizzazione di campane di epoca medievale e di alcune strutture produttive. L’edificio è vicino al decumano massimo della città (la strada principale), scavato negli anni passati dalla dottoressa Rosanna Tuteri, della Soprintendenza, e si trova tra l’anfiteatro e il teatro da cui è diviso dal fiume Aterno. La prossima sfida è cercare il primissimo insediamento cristiano nella zona che potrebbe essere testimoniato da strutture paleocristiane della stessa cattedrale, risalenti alla fine del quinto secolo. Per questo gli archeologi torneranno ad Amiternum dalla prossima estate. Strutture più antiche rispetto a quelle longobarde sono state individuate all’interno di una domus romana che si trova proprio accanto alla cattedrale rinvenuta. Il primo insediamento paleocristiano, dunque, potrebbe essere stato realizzato all’interno della domus stessa o trovarsi al di sotto delle strutture longobarde venute alla luce nei giorni scorsi. «Per il momento ci siamo dovuti fermare a uno scavo superficiale», dice Redi. «Speriamo di poter tornare presto a indagare la zona per scrivere un’altra importante pagina della storia della città». Già molto è stato fatto. Il ritrovamento di resti appena precedente al XII secolo, infatti, sconfessa chi pensava che la città romana fosse stata abbandonata nel X secolo. «La nostra ipotesi», conclude il docente, «è che Amiternum sia stata abbandonata solo con la costruzione della città dell’Aquila».

Michela Corridore

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