Appalti Capistrello, 6 rischiano il processo 

Si costituiscono parte civile il grande accusatore Bucci e altri due. L’imprenditore Fantozzi chiede il rito abbreviato

CAPISTRELLO. È alle battute finali l’udienza preliminare per la vicenda degli appalti al Comune di Capistrello che vede accusati il sindaco Francesco Ciciotti e altre cinque persone. Nel corso dell’udienza di ieri, tre persone si sono costituite parte civile. Si tratta di Romeo Di Felice, responsabile dell’Ufficio tecnico (era stato arrestato), Dario Bucci, il grande accusatore, e Marco Lusi, che avrebbe subìto una presunta concussione e dei danneggiamenti alla sua macchina da parte del fratello di uno degli indagati. Le opposizioni alla costituzione di parte civile da parte delle difese sono state rigettate dal giudice. Nel corso dell’udienza, però, è stata chiesta e accolta l’acquisizione delle trascrizioni di alcune intercettazioni ed è stata presentata una copiosa documentazione delle difese. Restano in sei a rischiare il processo. Oltre al sindaco di Capistrello, Ciciotti, ci sono l’ex consigliere comunale Corrado Di Giacomo, l’architetto 44enne di Capistrello, Francesca Stati, l’imprenditore 55enne Concezio Fantozzi, il geometra Mattia Coviello e la giornalista 35enne Annalisa De Meis. Fantozzi ha chiesto il rito abbreviato. Il pubblico ministero ha chiesto il rinvio giudizio ed è stata fissata l’udienza dal gup Daria Lombardi al 13 settembre per la decisione. L’inchiesta, coordinata dal procuratore Andrea Padalino, riguarda presunte «gravi irregolarità» nell’affidamento di incarichi e servizi pubblici, in quanto, secondo l’accusa, «venivano sistematicamente violate le norme di trasparenza e imparzialità per soddisfare interessi privati, con il risultato di realizzare un vero e proprio mercimonio della funzione pubblica». La misura cautelare era stata emessa dal gip del tribunale, Maria Proia, ed eseguita nel mese di novembre 2018. Erano stati arrestati il sindaco Ciciotti (poi rieletto), Di Giacomo e Romeo Di Felice. Le accuse, a vario titolo, erano per concussione, corruzione, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, truffa aggravata e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Erano 17 gli indagati iniziali. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Franco Colucci, Roberto Verdecchia, Antonio Milo, Andrea Tinarelli, Luigi De Meis, Nicola Grasso, Virginia Buonavolontà e Moreno Di Cintio. (p.g.)