Appalti e favori alle ditte spuntano i primi indagati

20 Dicembre 2013

Dopo il blitz alla Curia arcivescovile per l’acquisizione di documenti si passano al setaccio i lavori in città. Nel mirino un palazzo a San Demetrio

L’AQUILA. Cointeressenze, raccomandazioni, richieste e scambi di favori, clientele, corruzione. Per i lavori a chiese e palazzi nel post-sisma. Nella gradualità delle ipotesi c’è un punto di partenza e uno di arrivo. Se il malcostume di cui tutti parlano sarà reato è presto per dirlo. Ma certamente il blitz dell’altro giorno di poliziotti e finanzieri nel capannone del nucleo industriale di Pile, che ospita gli uffici della Curia arcivescovile metropolitana, non è una passeggiata, così, tanto per prendere un po’ d’aria sulle sponde del torrente Raio.

PRIMI INDAGATI. Che la nuova indagine della Procura su appalti e favori alle imprese impegnate nella ricostruzione sia coperta da riserbo è normale. Tuttavia qualcuno ha cominciato a parlare. Non solo. Amministratori e tecnici sono stati già sentiti, nei mesi scorsi, per chiarire alcuni aspetti di una vicenda molto complessa e articolata, che potrebbe portare a sviluppi clamorosi.

LA BATTAGLIA DELL’ANCE. A parte le acquisizioni di atti – culminate nella visita agli uffici della Curia e a quelli della Direzione regionale per i Beni culturali e della Soprintendenza – nell’ambito di questo procedimento penale già ci sono i primi indagati. Che si tratti di episodi che coinvolgono privati in quanto tali, dunque professionisti, oppure anche pubblici ufficiali, lo si capirà tra breve. Così come se ci sono, sulla scena, corrotti e corruttori. Sullo sfondo resta un quadro di rapporti opachi, di viaggi di uomini in valigetta e faccendieri – con l’abito talare e senza – a caccia di appalti fin dentro alle «sacre stanze», visto che oltre la metà dei beni artistici danneggiati è di pertinenza ecclesiastica. Torna alla mente la battaglia dell’Ance, l’associazione costruttori, per criticare le modalità di gestione della ricostruzione da parte della Curia. Dove le ultime nomine dell’arcivescovo Petrocchi hanno modificato l’assetto organizzativo con l’uscita di scena del canonico Alessandro Benzi, fedelissimo dell’arcivescovo emerito Molinari, che ha deciso di lasciare l’incarico di direttore dei beni culturali, dove è tornato don Domenico Marcocci. Il nuovo presule ha deciso di creare una super-struttura della ricostruzione che sarà guidata da don Bruno Tarantino, nominato responsabile dell’ufficio tecnico e responsabile dell’ufficio per la nuova edilizia di culto.

PALAZZO CAPPELLI. Palazzo Cappelli di San Demetrio ne’ Vestini è uno degli immobili finiti ai raggi X. Gli investigatori hanno ricostruito tutto il percorso per il restauro dell’edificio che fu offerto dalla Curia alla fondazione «Abruzzo solidarietà e sviluppo», pio sodalizio finito sott’inchiesta. Nel mirino ci sono anche lavori in città, tra cui le principali opere di restauro avviate e da avviare.

NOI NO. Dopo il distinguo della Curia («noi non c’entriamo») ecco la nota della Direzione beni culturali. «Questa Direzione ha inteso mantenere il necessario riserbo sulle verifiche in atto, come consuetudine di quest’ufficio che, conservando nella propria sede gli archivi della struttura dell’ex vicecommissario Beni culturali, da più di un anno mette a disposizione la documentazione per le necessarie verifiche delle autorità a cui garantisce massima collaborazione. La Direzione regionale continua il proprio lavoro per il recupero del patrimonio monumentale dell’Aquila e del cratere, chiudendo l’anno con un bilancio positivo: sono state impegnate le risorse a disposizione, con l’avvio di numerosi cantieri e l’espletamento di tutte le procedure di gara previste per il 2013».

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