Asili nido, il Comune cambia le regole per le convenzioni

L’intesa riguarderà solo quelli accreditati con la Regione In forse il rinnovo dei contratti dei 20 educatori in servizio

L’AQUILA. Convenzioni con il Comune soltanto per gli asili nido privati che si saranno accreditati con la Regione.

Da ora in poi, sarà questa la regola alla base del sistema delle convenzioni Comune-strutture private cittadine, esattamente come succede già per i tre asili comunali (Ape Tau, Il Viale e Primo Maggio) così dovrà essere per i sei nido privati, ovvero Wascaranza, Cip&Ciop (finito nei giorni scorsi nel mirino della magistratura per presunti episodi di maltrattamenti nei confronti di alcuni bambini, che hanno portato alla sospensione di tre maestre), Il giardino delle fiabe, Scarabocchio, La Culla e Parco del Vera.

A stabilirlo è un atto d’indirizzo dell’assessore alle Politiche sociali Emanuela Di Giovambattista, approvato in giunta venerdì scorso, con il quale «si continua un percorso di innalzamento della qualità del servizio pedagogico cittadino avviato già all’inizio di questa consigliatura», ha commentato Di Giovambattista, che ha illustrato il provvedimento insieme al coordinatore pedagogico degli asili nido comunali Alberto Baiocchetti, e alla dirigente del settore Dania Aniceti.

Oltre ai requisiti più prettamente strutturali, dunque, per avere diritto ad ospitare i bambini con convenzione comunale (quest’anno, forse una delle pochissime città in Italia, L’Aquila ha azzerato la graduatoria dei bambini in attesa, circa 200) si dovranno avere requisiti pedagogici e professionali per quanto riguarda gli educatori, oltre che prevedere la figura di un coordinatore di asilo nido.

Esattamente come stabilito nella delibera di giunta regionale 935/2011, volta ad innalzare gli standard qualitativi. All’interno degli asili che andranno a convenzionarsi con il Comune, inoltre, ci dovrà essere un organismo di partecipazione. Si tratta di un comitato di gestione del quale faranno parte anche i genitori insieme al personale educativo. Per gli asili che decideranno di non convenzionarsi con il Comune, c’è una novità: entreranno comunque a fare parte della rete pubblico-privata degli asili, con l’obiettivo di mettere a punto delle buone pratiche condivise nell’ambito educativo.

Ma c’è da superare lo scoglio del rinnovo dei contratti dei venti educatori impiegati nei tre asili nido comunali, contratti in scadenza a giugno prossimo. Per loro c'è pronto un emendamento all’ordinanza della presidenza del Consiglio dei ministri sui dipendenti pubblici (post-sisma), da approvare nell’ambito della legge di Stabilità, all’esame del Senato, che permetterebbe di prorogare i contratti almeno per il prossimo anno. A rischio, se così non fosse, non ci sono solo i posti di lavoro, ma la sopravvivenza del servizio pedagogico degli asili nido.

Marianna Gianforte

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