Pescocostanzo

Atti sessuali su minore, condannato l'amico di famiglia

3 Dicembre 2025

La Corte d’Appello di Perugia ha inflitto cinque anni di reclusione a un 61enne. I fatti risalgono agli anni tra il 2011 e il 2012

PESCOCOSTANZO. Aveva posto in essere atti sessuali con una bimba di appena nove anni, approfittando del fatto di essere amico di famiglia. Per un 61enne di Pescocostanzo è arrivata la condanna a cinque anni di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali per tremila euro, l'interdizione dai pubblici uffici per un periodo di cinque anni, il risarcimento alla persona offesa da liquidarsi in sede civile. I giudici della Corte d'Appello di Perugia hanno confermato la sentenza emessa nel 2018 dal collegio del Tribunale di Sulmona.

L'imputato era stato condannato anche in secondo grado, dalla Corte d'Appello dell'Aquila mentre nel 2023 la Corte di Cassazione aveva annullato la sentenza, rimandando gli atti a Perugia per la rideterminazione delle aggravanti del reato di atti sessuali con minorenne. I fatti risalgono agli anni tra il 2011 e il 2012. Il 61enne, secondo l'accusa, avrebbe approfittato dell'amicizia con i genitori della minore, oggi maggiorenne, e della conseguente possibilità di frequentarla nelle rispettive abitazioni.

La storia, ricostruita dalla squadra anticrimine guidata all'epoca dal commissario Daniele L'Erario, finì sul tavolo della magistratura nell'ottobre 2013 dopo la denuncia dei familiari. Una vicenda orribile fatta di "baci rubati, abbracci, annusamenti delle parti intime, sguardi ammiccanti e barzellette spinte E poi le ricariche telefoniche per “comprare” il silenzio della vittima e la “minaccia” di come quella storia, se raccontata, avrebbe fatto litigare la mamma e la sua compagna. L'avvocato difensore, Roberto Sciullo, annuncia un ulteriore ricorso in Cassazione, ritenendo che i giudici di Perugia non hanno chiarito le circostanze aggravanti. La parte civile è rappresentata invece dall'avvocato Alessandro Tucci.

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