Balcone crolla nel progetto Case, cominciate le prove di carico all’Aquila

Richieste dalla procura dell’Aquila per l’inchiesta aperta dopo il crollo di un balcone nello scorso mese di settembre. L’obiettivo è verificare eventuali difetti di costruzione

L' AQUILA. Balconi spogliati della ringhiera e della struttura in cemento, solo con la struttura in legno, per effettuare le prove di carico nel progetto C.a.s.e di Cese di Preturo (L' Aquila). Sono cominciate questa mattina le verifiche imposte dall'inchiesta giudiziaria aperta dalla Procura del capoluogo dopo il crollo di un balcone avvenuto nel settembre 2014 «per difetti di costruzione», come accertato dagli inquirenti nelle relazioni tecniche preliminari. Posizionata una vasca gonfiabile nell'appartamento, riempita con un'autoclave, usata per arrivare al peso necessario alla prova di carico. L'edificio dovrà essere sottoposto a un peso di 450 chilogrammi per metro quadro. In queste condizioni si potrà verificare la tenuta dello stabile e studiare eventuali deformazioni che si presenteranno. Domani alla stessa ora saranno effettuati prelievi e campionamenti dei materiali.

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«A occhio nudo si possono già vedere i segni di usura sui materiali, ma tutto quello che riguarda le tipologie costruttive sarà oggetto di ulteriori verifiche. Oggi ci concentriamo sulla tenuta di carico degli edifici della piastra 19». Così Antonio Renato Rampini, responsabile del nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale (Nipaf) della Forestale dell' Aquila. L'obiettivo è verificare se ci possano essere eventuali pericoli negli altri 493 alloggi abitati, disseminati in 5 insediamenti costruiti dopo il terremoto del 6 aprile 2009 e dove, per prevenire rischi, sono stati sequestrati 800 balconi.

I test vengono svolti su due tipologie di balconi differenti: una prima prova si effettua sulla tipologia di quelli più grandi, circa 2 metri e mezzo; la seconda si svolgerà su un balcone dalle dimensioni più contenute, un metro e mezzo. All'opera, dalle 9.30, una decina di uomini del Nipaf e i consulenti della Procura: l'architetto Carlo Maria Perotti e l'ingegnere Umberto Scalzotto, entrambi di Torino, con gli ausiliari Bernardino Chiaia, ordinario di Scienze delle costruzioni al Politecnico di Torino, e il geometra Claudio Di Natale, che ieri avevano effettuato un sopralluogo preparatorio. Sul posto anche il pubblico ministero titolare dell'inchiesta, Roberta D'Avolio, la quale, secondo quanto appreso, ha iscritto 39 persone nel registro degli indagati i cui nomi sono ancora sconosciuti. «La prova è stata focalizzata su un balcone identico a quello crollato, poggiato sulla stessa piastra. Una volta raccolti i dati li elaboreremo sugli effetti delle sollecitazioni a cui è stato sottoposto l'edificio» ha spiegato Chiaia.