Beni culturali, altri puntellamenti

Il vice commissario Marchetti: ci aspettano interventi complessi e costosi

L’AQUILA. Un pool di tecnici per la gestione dei dati relativi agli interventi di messa in sicurezza di chiese, monumenti e palazzi, con tanto di liste di priorità. Il tutto sotto il coordinamento della struttura del vice commissario per i beni culturali Luciano Marchetti.

A oggi i monumenti interessati dagli interventi di messa in sicurezza sono 185. Un numero che non comprende l’enorme lavoro svolto dai vigili del fuoco che, solo per quel che riguarda le chiese, hanno eseguito 160 interventi. Dati forniti dal vice commissario Luciano Marchetti, che avverte: «I lavori andranno avanti ancora per mesi perché all’appello mancano diversi interventi (circa il 30%). Basti pensare che solo per selezionare e rimuovere le macerie della basilica di Collemaggio abbiamo impiegato 4 mesi. Un’opera lunga e costosa. E così sarà per Santa Maria Paganica».

Qualcuno parla di gravi ritardi nella messa in sicurezza di chiese e monumenti. E tra gli esempi negativi viene citata anche questa chiesa. Cos’è accaduto?
«Le strutture di questa chiesa sono fortemente danneggiate. Così il lavoro da fare è davvero complesso. Per la copertura provvisoria ci vorranno ancora due o tre mesi perché bisognerà rimuovere prima le macerie e le parti pericolanti di grosse dimensioni. Cosa che richiederà - come già avvenuto per Collemaggio - l’intervento di grosse gru. Intanto, per restare a chiese e monumenti, abbiamo cominciato i lavori di messa in sicurezza del Duomo, del seminario e del palazzo arcivescovile, mentre la Regione Veneto si sta occupando della chiesa di San Marco, prevedendone anche il restauro».

A proposito di ricostruzione e restauri. A che punto sono i progetti e quante le donazioni internazionali confermate?
«Il primo recupero riguarda l’abbazia di San Clemente a Casauria. Abbiamo anche affidato la progettazione per il recupero di San Biagio che sarà realizzato grazie alla donazione arrivata dal Kazakhistan. Stiamo ragionando, poi, con il governo russo per la ristrutturazione di Palazzo Ardinghelli e di una chiesa a Sant’Eusanio Forconese. La Francia dovrebbe partecipare al recupero (50%) della chiesa delle Anime Sante».

Avete stimato in circa 3 miliardi e mezzo i danni ai beni culturali prodotti dal terremoto. Quali saranno gli interventi di recupero più costosi?
«Per ora abbiamo solo dei preventivi sommari. Ad esempio per il Castello occorreranno una cinquantina di milioni di euro. Dieci sono quelli calcolati per Collemaggio e 7 per il palazzo arcivescovile. Molti di più quelli per San Bernardino».

Infine la questione dei puntellamenti dei palazzi privati. Perché sono solo 220 i progetti finora approvati?
«Il Comune provvede ad affidare i lavori sulla base di progetti che le stesse ditte selezionate presentano. Progetti che vanno esaminati da una commissione per le necessarie modifiche. Cosa che richiede attenzione e cura».