Blitz nel sito Accord: ispettori dell’Asl bloccano l’attività

Sicurezza sul lavoro, chiesto l’adeguamento del cantiere Il manager Baldarelli: «Clima pesante e di sospetto»

L’AQUILA. Da una settimana l’Asl ha sospeso, dopo un’ispezione, il cantiere aperto all’interno dello stabilimento Accord Phoenix e l’attività produttiva della cosiddetta sala monitor, che è stata avviata per permettere le prime assunzioni. L’azienda si è mossa subito per ottemperare alle anomalie riscontrate e la situazione dovrebbe risolversi a breve, secondo il direttore generale Francesco Baldarelli, che garantisce sulla sicurezza del personale e sull’assenza di prodotti nocivi nelle fasi di lavorazione.

Nel frattempo, gli operai sono impiegati in altre mansioni e ieri sono ripresi anche i colloqui tra gli ex dipendenti del polo elettronico che attendono di essere ricollocati. Le prossime assunzioni, se non ci saranno ulteriori inconvenienti, avverranno tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre. Ma per Baldarelli «il clima pesante e di sospetto che grava intorno all’operazione ha sorpreso tutti», comprese le ditte straniere che lavorano per l’allestimento del sito produttivo, specializzato nello smaltimento di rifiuti elettronici. Il riferimento è agli attacchi arrivati dalle organizzazioni sindacali, «che comunque svolgono il loro ruolo» e da una parte della politica cittadina. Dunque, nonostante l’azienda avesse già iniziato un monitoraggio di controllo sulle lavorazioni in corso, sulla qualità dell’aria all’interno dello stabile e sulla salute dei lavoratori, in fabbrica la scorsa settimana sono arrivati i tecnici dell’azienda sanitaria locale: hanno eseguito una serie di accertamenti, che hanno portato alla sospensione momentanea delle attività e alla richiesta di ottemperare ad alcune prescrizioni.

Le anomalie riscontrate dall’Asl riguardano in particolare irregolarità nel cantiere (l’assenza di percorsi segnalati per i muletti, la mancanza di una balaustra protettiva intorno a una buca e la presenza di cavi vicino ai macchinari) e il Pos, il documento di valutazione del rischio che per legge dev’essere inviato agli organi competenti entro 90 giorni dall’apertura del sito. A complicare la situazione il fatto che nel cantiere, ormai in fase conclusiva, lavorino anche molte ditte straniere, tra tedesche, francesi e slovene, alle quali l’Asl ha chiesto di adeguarsi alla normativa italiana in tema di sicurezza.

«In realtà», spiega Baldarelli, «il Pos era già in fase di predisposizione e secondo il Csa, il nostro consulente esterno per la sicurezza, non era necessario che fosse redatto, e tradotto, anche dalle ditte straniere, che seguivano la loro legislazione. I funzionari Asl, che comunque hanno lavorato in maniera professionale e corretta, hanno invece richiesto anche tale procedura. La documentazione è stata presentata e contiamo di poter tornare operativi già nelle prossime ore».

Una spiegazione che non basta, però, al segretario Fiom Alfredo Fegatelli, che sollecita l’Asl a rendere pubbliche le criticità rilevate.

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