Bocciati i nuovi confini del Parco Sirente Velino 

Il governo impugna la legge regionale sulla riperimetrazione dell’area verde Esultano ambientalisti, Pd e M5S che avevano contestato il provvedimento

SECINARO. Il Consiglio dei ministri impugna la legge sulla revisione dei confini del Parco Sirente Velino. A due mesi dall’approvazione in consiglio regionale, su proposta del ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini, si è acceso il semaforo rosso per la legge regionale “Nuova disciplina del Parco naturale regionale Sirente Velino e revisione dei confini”. La contestata norma, quindi, ha ricevuto lo stop più volte auspicato sia dalle opposizioni che dalle associazioni ambientaliste che si erano dette contrarie al provvedimento.
LEGGE IMPUGNATA. Secondo il Consiglio dei ministri, nella normativa, che apportava delle modifiche alla legge regionale 42 del 2011, «talune disposizioni si pongono in contrasto con la normativa statale in materia di aree naturali protette e in materia di ordine pubblico e sicurezza e violano degli articoli della Costituzione». In sostanza è stato contestato l’articolo 117 della Costituzione, secondo comma, il quale sancisce «che lo Stato ha legislazione esclusiva su determinate materie e, in particolare, sull’ordinamento e l’organizzazione amministrativa dello stesso Stato e degli enti pubblici nazionali (lettera g); sull’ordine pubblico e la sicurezza, a esclusione della polizia amministrativa locale (lettera h); su giurisdizione e norme processuali, sull’ordinamento civile e penale, sulla giustizia amministrativa (lettera l); sulla tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali (lettera s)».
COSA ACCADRÀ. Dal momento che il Consiglio dei ministri, nell’analizzare 29 leggi delle Regione e delle Province autonome, ha deciso di impugnare quella dell’Abruzzo sul Parco Sirente Velino ora la palla passerà alla Consulta a cui spetterà stabilire se la legge regionale rispetta, o meno, i principi costituzionali.
LE REAZIONI. Legambiente, tra le prime associazioni a opporsi alla riperimetrazione, ha spiegato che bisogna lavorare «per la trasformazione del Sirente Velino in parco nazionale. Questa impugnativa rappresenta una sonora bocciatura per la Regione e anche per chi, appena nominato al vertice dell’Ente, ha rivendicato la necessità della riduzione del perimetro». Per il Wwf «arriva così un primo sonoro stop per l’impostazione data dalla giunta Marsilio alla gestione dell’area protetta che viene giustamente riconosciuta come un bene di tutti». Secondo il consigliere regionale Giorgio Fedele (M5S), firmatario degli emendamenti contro la legge regionale, «lo stop del consiglio dei ministri è il risultato che si ottiene quando si vuole governare da soli avendo ben chiari i fini di partito ma meno il bene comune a cui ogni forza politica dovrebbe mirare». Sull’argomento è intervenuto anche il segretario regionale del Pd, Michele Fina, pronto a «interloquire coi sindaci per capire le ragioni che hanno portato a questa scelta e se c’è un’altra strada per raccogliere le loro esigenze. Promuoverò un confronto sincero con il neo presidente del Parco, Francesco D’Amore». L’onorevole Stefania Pezzopane (Pd) parla «di un fallimento clamoroso della Regione. È urgente aprire un confronto con gli enti locali per individuare una soluzione alternativa alla riperimetrazione».
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