Bocciato il trasferimento dei 7 agenti di polizia locale 

Il sindaco non concede la mobilità chiesta per incompatibilità ambientale: «Non esistono difficoltà che generano disorganizzazione e disfunzioni nel corpo»

SULMONA. Non sarà concessa la mobilità ai 7 agenti municipali che hanno chiesto il trasferimento per una presunta incompatibilità con il comandante del corpo Leonardo Mercurio. Lo ha detto chiaro e tondo il sindaco Annamaria Casini nel corso del consiglio comunale di ieri, in risposta alle interrogazioni presentate dai consiglieri Elisabetta Bianchi (FdI) e Roberta Salvati (Lega), sulle tensioni che attraversano il corpo di polizia locale.
Casini ha cercato di sdrammatizzare la situazione affermando che ci sarebbe stato un «abuso strumentale di possibili dissidi interni che vanno riportati alla giusta dimensione». Il sindaco, evitando di entrare nel merito dei «dissidi», ha precisato che il termine incompatibilità ambientale indica, giuridicamente, una situazione di difficoltà nei rapporti all’interno di un dato ambiente di lavoro che genera come conseguenza disorganizzazione e disfunzioni. «Obiettivamente tali inefficienze non sembrano potersi registrare» nell’azione della Polizia Locale, «e anche grazie all’apporto di tutti i lavoratori e del comandante stesso, non sembra potersi parlare di disorganizzazione e disfunzioni», ha detto. Tutto andrebbe ricondotto a un «fisiologico diritto di critica al modus operandi di un superiore. Non sussistono elementi per poter parlare di incompatibilità ambientale», ha aggiunto Casini, «e comunque al comandante spetta assicurare unitarietà di indirizzo all’azione del corpo e quindi non potranno essere accolte al momento le 7 richieste di mobilità». Chiudendo il sindaco ha invitato tutti al buon senso, evitando «scontri personali che danneggiano l’immagine del Comune e l’azione del corpo». Risposte che non hanno soddisfatto la minoranza, perché Casini non ha fatto cenno ai decreti di nomina del comandante, sui quali incombe un ricorso al Tar, e per aver trattato «con leggerezza tutto l’argomento».
Prima della situazione che sta vivendo il corpo di polizia locale, il sindaco aveva risposto sui rilievi mossi dalla Corte dei Conti sulla scelta di passare dall’amministratore unico a un consiglio d’amministrazione a 3 per la governance del Cogesa. «A chiedere il passaggio dall’amministratore unico al cda a 3 è stata l’assemblea dei soci all’unanimità, su iniziativa del sindaco di Pacentro Guido Angelilli, per garantire la più ampia rappresentatività ai comuni soci», ha sottolineato Casini. «Decisione che ha trovato consenso in tutte le forze politiche e anche del sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi», ha tenuto a precisare, rispedendo al mittente polemiche e attacchi definiti «gratuiti, e dal sapore elettorale». Sull’argomento sono intervenuti anche i consiglieri di maggioranza, i quali hanno ricordato che il cda a 3 non comporta un aggravio dei costi per Cogesa, in quanto i compensi dei 3 consiglieri sommati sono identici a quanto percepito dall’amministratore unico. «I rilievi dei giudici contabili non hanno alcuna conseguenza sanzionatoria», ha tenuto a precisare il sindaco. In coda si è parlato di movida e delle prossime misure di contrasto agli episodi di inciviltà dello scorso fine settimana. «Vieteremo il bivacco tra i monumenti», ha concluso il sindaco ricordando che già sono in vigore norme che regolamentano il consumo di alcolici, che non possono essere servite oltre l’una. Come pure è vietata, dopo lo stesso orario, la diffusione di musica dai locali. «La norma c’è, basterà farla rispettare». (c.l.)
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