Botte e odio razziale, chiesto il processo 

Il pm conferma le accuse per il carabiniere di Pescina e 5 uomini di San Benedetto: aggredirono stranieri nell’estate 2013

SAN BENEDETTO DEI MARSI. Il pm Maurizio Maria Cerrato della Procura di Avezzano ha chiesto il rinvio a giudizio, e quindi il processo, per sei imputati accusati di raid punitivi a sfondo razzista nei confronti di stranieri residenti a San Benedetto dei Marsi. L’udienza preliminare davanti al gup del tribunale è fissata per il 12 maggio prossimo.
«Raid razzisti» compiuti con «assoluta brutalità morale» da coloro che volevano vestire i panni dei «giustizieri», agendo nei confronti di stranieri non comunitari «con evidente volontà di rinfocolare i conflitti razziali che covano sotto la cenere in tutto il territorio marsicano»: così scriveva il pm Cerrato quando nel 2013 chiese e ottenne gli arresti del carabiniere Alessandro Ferzoco, di Pescina, e di Dionisio Toracchio, Mario Porreca, Cristian Iacobacci, Nello Del Gizzi e Fabio Sante Mostacci, tutti di San Benedetto. Mostacci è indagato anche nel procedimento sulla sparizione e la morte di Collinzio D’Orazio.
Le accuse, per tutti, vanno dalle lesioni volontarie all’incendio doloso, con l’aggravante di avere agito in incitamento all’odio razziale e per futili motivi. Coinvolto anche un settimo giovane, minorenne all’epoca dei fatti, per il quale sta procedendo il tribunale dell’Aquila. Secondo le accuse, gli imputati, l’11 agosto 2013, picchiarono un marocchino, Salah Karim, “colpevole” di averli rimproverati di fare troppo rumore. Nella stessa notte, sempre per l’accusa, i sei e il minore incendiarono la vettura di un altro marocchino, Ahmed Bouhachim. Fiamme che minacciarono l’abitazione di una pensionata, Elide Macerola, costringendo all’evacuazione altre case. Mostacci è accusato inoltre di avere investito con un’auto il marocchino Ahmed Bouhachim. Quest’ultimo, che riportò la frattura di una gamba e 30 giorni di prognosi, avrebbe avuto la colpa di avere reagito ai soprusi, andando a denunciare i sospetti autori dell’attentato incendiario. Episodio che avvenne, stando alla ricostruzione degli inquirenti, il 12 agosto 2013. Per il carabiniere Ferzoco anche l’aggravante, sempre stando alle accuse, di avere agito «abusando delle proprie funzioni pubbliche, essendo lo stesso qualificatosi con la vittima con il solo scopo di avvicinarsi e bloccarla proditoriamente così da impedirne i movimenti e la difesa mentre i propri complici la colpivano ripetutamente con calci e pugni».
I sei imputati, che hanno sempre respinto le accuse, sono difesi dagli avvocati Mario Flammini, Antonio Caputi, Pasquale Milo, Berardino Terra, Anselmo Del Fiacco e Filippo Trinchini. Le parti offese sono assistite dagli avvocati Luca e Pasquale Motta. (r.rs.)
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