i veleni dell’ateneo

Calunnia, ex rettore a giudizio

Di Orio accusato di aver incolpato il prof Tiberti «sapendolo innocente»

L’AQUILA. Nuova grana giudiziaria per l’ex rettore dell’Università dell’Aquila Ferdinando di Orio. Il giudice per l’udienza preliminare Guendalina Buccella ne ha disposto il rinvio a giudizio (data della prima udienza il 28 ottobre) per il reato di calunnia nei confronti del professore Sergio Tiberti.

L’ennesima puntata del duello di Orio-Tiberti, suo ex amico, stavolta riguarda una vicenda su un presunto plagio di un lavoro accademico. L’ex rettore avrebbe incolpato Tiberti «pur sapendolo innocente». Nel procedimento di Orio è difeso dagli avvocati Antonio Milo e Giovanni Marcangeli. Quest’ultimo parla di «rinvio a giudizio, per una presunta calunnia, che sorprende e giunge al termine di un iter oscillante che ha visto in un primo momento la Procura chiedere l’archiviazione avendo il denunciante rappresentato fatti oggettivamente reali, un primo giudizio in camera di consiglio sull’opposizione all’archiviazione del professor Tiberti non concluso per l’astensione del gip dottor Billi, un secondo giudizio in camera di consiglio conclusosi con ordinanza del gip dottor Gargarella che ha accolto richieste istruttorie del Tiberti e infine il rinvio a giudizio chiesto dalla Procura sfociato nell’udienza preliminare. Il professor di Orio è profondamente rammaricato per le frequenti iniziative giudiziarie del professor Tiberti nei suoi confronti, con le quali si tenta di offuscare la pregevole e formidabile opera svolta nella sua qualità di rettore, in particolar modo nel post-terremoto».

L’avvocato Marcangeli ricorda, infine, «a chi strumentalizza il rinvio a giudizio come condanna, che ciò non è. I detrattori del professor di Orio non possono assumere toni trionfalistici per un rinvio a giudizio che lascia aperto ogni possibile sbocco e, in particolare, quello di una completa assoluzione, come ci auguriamo».(e.n.)

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