l’inchiesta di carsoli. le accuse della procura a zazza e al suo collega 

Capo dei vigili urbani licenziato, l’udienza il 13 marzo

CARSOLI. All’indomani del licenziamento disposto dal Comune di Carsoli, a firma del segretario comunale Francesco Cerasoli, oltre ad aver annunciato ricorso tramite i loro legali, i due vigili di...

CARSOLI. All’indomani del licenziamento disposto dal Comune di Carsoli, a firma del segretario comunale Francesco Cerasoli, oltre ad aver annunciato ricorso tramite i loro legali, i due vigili di Carsoli, l’ex comandante Stefano Zaza e l’agente Benedetto Angelini, dovranno presentarsi il 13 marzo davanti al giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Avezzano. Il primo con l’accusa di truffa, peculato e falsità ideologica, il secondo con quella di concorso in alcuni reati. Al centro del processo preliminare, che potrebbe portare al rinvio a giudizio di entrambi, ci sono diversi episodi di presunto assenteismo. In particolare, i due avrebbero timbrato in più occasioni il cartellino magnetico «per attestare la loro presenza in servizio, salvo poi abbandonare il luogo di lavoro senza documentare correttamente il proprio allontanamento e in modo da nascondere le uscite effettuate per esigenze personali, inducendo in errore il Comune di Carsoli riguardo all’effettiva durata delle prestazioni lavorative». Questo avrebbe portato a loro un profitto di 1.944 in danno al Comune. Più in dettaglio, il 16 settembre 2020, Zazza, nel turno che va dalle 8 alle 14, avrebbe «timbrato l’inizio del servizio alle 8.25 assentandosi insieme ad Angelini dalle 8.47 alle 9.14. Zazza si sarebbe poi assentato dalle 9.39 alle 9.55 e dalle 12.04 alle 12.38 e infine alle 12.58 avrebbe abbandonato il posto di lavoro per tornare a casa senza più fare ritorno in ufficio». A timbrargli il cartellino a fine servizio, sempre secondo l’accusa della procura, sarebbe stato Angelini alle 14.36. Un comportamento simile sarebbe avvenuto, sempre secondo il pubblico ministero, il 17 settembre dello stesso anno. In questa occasione, nel turno pomeridiano, il comandante sarebbe andato via senza timbrare, per rientrare alle 19.06, in abiti civili, in modo da attestare la fine del turno di rientro appunto. Episodi simili sono contestati quasi tutti i giorni di settembre. Episodi che, per l’accusa, sono andati avanti fino al 9 ottobre 2020. A Zazza viene contestato anche l’utilizzo dei mezzi comunali in maniera illecita. Infine, sempre secondo la procura, in qualità di responsabile della polizia locale Zazza avrebbe attestato falsamente di avere effettuato un sopralluogo nella frazione di Tufo allegando un verbale con fotografie. (p.g.)