Carcere a vita al padre-marito assassino

La Cassazione respinge la richiesta della seminfermità mentale per il kossovaro che ha ucciso la moglie e la figlia

PESCINA. Niente seminfermità mentale, nessuna attenuante, ma carcere a vita. La Cassazione ha scritto la parola fine a una drammatica vicenda giudiziaria. Veli Selmanaj, 49 anni, accusato del duplice omicidio a colpi di pistola della figlia Senade, 21enne, e della moglie Fatima, di 45 anni, dovrà scontare l’ergastolo con isolamento diurno e notturno per un anno e mezzo. Lo ha stabilito ieri mattina la prima sezione penale della Corte di cassazione a cui si erano rivolti i legali dell’assassino Antonio Milo e Davide Baldassarre. Ha confermato la pena inflitta in Appello e respinto il loro ricorso. La difesa aveva presentato una richiesta di perizia per semi infermità mentale ma era stata respinta. Proprio per tale motivo avevano chiesto l’annullamento della sentenza della Corte d’assise d’appello dell’Aquila al fine di farla ripetere, alla luce di una eventuale perizia. Anche in Appello era stata confermata la condanna di primo grado. La sentenza nei confronti del padre e marito killer è stata pubblicata su circuiti web per quindici giorni, come richiesto dal sostituto procuratore generale Romolo Como. Selmanaj, secondo la sentenza, sarà anche espulso dall’Italia qualora per qualche motivo dovesse avere uno sconto di pena e uscire dal carcere ancora in vita. Dovrà inoltre pagare una provvisionale di 50mila euro. Il kossovaro reo confesso era accusato del duplice omicidio avvenuto a Pescina a ottobre del 2013 con le aggravanti della premeditazione, del vincolo discendente con la figlia e del porto abusiva di arma da fuoco. Aveva sparato davanti a un supermercato di Pescina colpendo a morte le vittime. I familiari, difesi dall’avvocato Leonardo Casciere, hanno confermato che in casa dovevano subire continue violenze, che il padre rientrava ubriaco e che loro, compresa la sorella Senade, erano costretti a subire spesso molestie. Per tale motivo si erano decise a denunciare tutto e ciò ha scatenato l’ira del padre, portandolo a uccidere.

Pietro Guida

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