Carni infette, il veterinario si difende

AVEZZANO. «Sono completamente estraneo ai fatti e con tutta questa storia non c’entro niente». Si difende così, tramite il suo avvocato difensore Leonardo Casciere, il veterinario della Asl al quale...

AVEZZANO. «Sono completamente estraneo ai fatti e con tutta questa storia non c’entro niente». Si difende così, tramite il suo avvocato difensore Leonardo Casciere, il veterinario della Asl al quale i Nas di Perugia hanno perquisito il suo ufficio alla Asl e quello di casa. Secondo l’avvocato Casciere i carabinieri al comando del capitano Marco Vetrulli hanno contestato al medico un certificato legato a un toro passato per un allevamento della zona di Capistrello. «L’animale arrivava da un’altra regione», commenta il legale, «entro un anno, se esce di nuovo dalla regione, il veterinario che acquisisce la certificazione non è tenuto a fare nuovi controlli nel momento del trasferimento». Nulla di irregolare, quindi secondo la difesa. Fatto sta che i carabinieri hanno denunciato il veterinario. «Qualora dovesse aprirsi il processo», conclude Casciere, «contesterò la competenza territoriale, in quanto ad Avezzano doveva agire la locale Procura. Questo certificato non è stato trovato e il mio assistito non sa nemmeno se è stato lui a firmarlo». Attraverso le indagini condotte dal Nas di Perugia è stata ricostruita una presunta organizzazione criminale che operava sul territorio nazionale, in cui erano coinvolti 56 allevatori, 3 autotrasportatori e 6 medici veterinari delle Asl di diverse regioni. Secondo gli inquirenti il compito dei medici era quello di falsificare i passaporti degli animali, permettendo di introdurre sul mercato bovini di razza ed età differenti da quelle certificate dai documenti. Ma il medico marsicano rigetta qualunque accusa.

Magda Tirabassi

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